
Immigrati verso i 6 milioni. Il nodo lavoro, povero e non qualificato: ecco le «criticità»
Quasi sei milioni di migranti abitano la penisola, con un aumento progressivo degli immigrati residenti e delle nuove cittadinanze (quasi due milioni) e un calo altrettanto progressivo degli irregolari. Suona l’allarme lavoro: diminuiscono tasso di attività e di occupazione dei non italiani, e le attività restano povere e scarsamente qualificate, nonostante il boom di richieste da parte delle imprese. A fotografare la situazione è il 30° Rapporto sulle migrazioni messo a punto da Fondazione Ismu Ets, che viene presentato stamane al teatro Franco Parenti a Milano – presenti, tra gli altri, il presidente Gian Carlo Blangiardo e il segretario generale Nicola Pasini – e ripercorre un trentennio di cambiamenti sociali e demografici nel Paese.
Gli stranieri sono 5,755 milioni, nascite in calo
Al 1° gennaio 2024 gli stranieri presenti in Italia risultavano 5,755 milioni, 20mila in meno (-0,3%) rispetto alla stessa data del 2023. I residenti sono 5,254 milioni (l’anno precedente erano 5,141 milioni), il 70% dei quali cittadini non comunitari. La stima degli irregolari è decrescente dal 2019: secondo Ismu si attesta sulle 321mila persone, il 5,6% del totale dei presenti (erano il 7,9% nel 2022). In calo anche le nascite: dopo il record storico di circa 80mila nati nel 2012, sono scese fino ai 50mila nati del 2023. Anno in cui la riduzione dei permessi di lavoro è stata vistosa (-42,2%), mentre aumentano i permessi per motivi di famiglia, asilo e richiesta di protezione internazionale e studio. I non comunitari con un permesso di soggiorno di lunga durata sono 2,139 milioni, soprattutto moldavi ed ecuadoriani.
Meno sbarchi e arrivi, ma più richieste di asilo
Il rapporto registra la diminuzione degli sbarchi più volte rivendicata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: -57,9% nel 2024 rispetto al 2023. Flettono anche gli arrivi via terra: 3.400 nei primi sei mesi dello scorso anno, contro i 5.600 del 2023. Ma nei primi nove mesi le richieste di asilo sono volate del 27,1%, a quota 116mila (erano state circa 130mila in tutto il 2023). Tra i richiedenti, crescono i cittadini di Bangladesh, Cina, Sri Lanka, Marocco, India e Perù. Va precisato che solo una parte di chi entra irregolarmente presenta domanda.
Lavoro, gli stranieri sono il 15,5% dei disoccupati
Nel 2023 risultavano occupati 2,317 milioni di migranti tra 15 e 64 anni. Dal 2005 al 2023 il tasso di attività degli italiani è cresciuto dal 61,9 al 66,4%, mentre quello della popolazione straniera è calato dal 73,4% al 69,6%. Lo stesso è accaduto al tasso di occupazione: per gli italiani è salito dal 57,2 al 61,2%; per gli stranieri è diminuito dal 65,8% al 61,6 per cento. Alta – al 15,5% – l’incidenza degli stranieri sul totale dei disoccupati. Critica, in particolare, la situazione delle donne. Quasi immutati i processi di inclusione occupazionale: come trent’anni fa – scrive Ismu – le famiglie rappresentano il principale datore di lavoro. Che continua a essere “povero” e poco qualificato. Un quadro che è frutto anche dei livelli di istruzione: nel 2023 solo il 53,3% degli stranieri tra 25 e 64 anni ha un titolo secondario superiore, contro il 66,9% degli italiani. I laureati sono il 12,4%, contro il 22,7% degli italiani. Eppure, anche per gli stranieri laureati, il tasso di occupazione è inferiore di 15,7 punti rispetto agli italiani. L’overqualification colpisce soprattutto le giovani donne.
In 15 anni triplicati gli alunni nati in Italia
Gli studenti con cittadinanza non italiana nel 2022/2023 erano 914.860, l’11,2% sul totale degli iscritti in tutti i cicli, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. Il 44% è di origine europea, più di un quarto africana, 20% asiatica e quasi 8% America Latina. I più numerosi sono i rumeni: 149mila studenti, seguiti da albanesi e marocchini. La Lombardia accoglie da sola un quarto di tutti gli studenti con backup migratorio. Le scuole senza allievi stranieri sono il 15,5% del totale: negli ultimi trent’anni questa quota è diminuita ed è cresciuto il numero di istituti con quote rilevanti. In 15 anni sono triplicati gli alunni stranieri nati in Italia. Più di due terzi degli alunni non italiani è ormai costituito dalle “seconde generazioni”. I nati in Italia ogni cento allievi con background migratorio sono 81 alla scuola dell’infanzia, 69 alla primaria, 63 alle medie e 50 nelle scuole secondarie di secondo grado.
Fonte: Il Sole 24 Ore