Immigrazione, il Regno Unito cambia le regole: «Asilo politico temporaneo»
La riforma è un tentativo del Governo laburista in crisi di popolarità di riconquistare consensi nell’elettorato e arginare l’ascesa di Reform, il partito guidato da Nigel Farage che da mesi è primo nei sondaggi, in parte grazie alla sua linea dura sull’immigrazione.
Il Labour è anche preoccupato per il lievitare dei costi per l’accoglienza dei migranti, che vengono ospitati in alberghi e mantenuti, dato che non hanno il permesso di lavorare. Negli ultimi mesi ci sono state molte manifestazioni di protesta fuori dai centri di accoglienza.
Quasi 110mila persone hanno richiesto asilo nell’ultimo anno, un aumento del 17%, mentre dall’inizio del 2025 oltre 38mila migranti sono sbarcati illegalmente sulle coste inglesi dopo avere attraversato la Manica. Il numero di immigrati legali però è ben maggiore: lo scorso anno 431mila stranieri sono arrivati con regolare permesso di soggiorno o di lavoro.
All’interno del partito laburista è già polemica. Diversi deputati hanno accusato Mahmood di «crudeltà performativa», soprattutto per la nuova regola che anche chi ha ricevuto asilo perchè proveniente da un Paese in guerra potrà essere deportato in qualsiasi momento entro venti anni se il conflitto in patria sarà risolto. Questo lascerà gli immigrati e le loro famiglie in «limbo permanente», secondo i critici. Se un numero sufficiente di deputati laburisti voterà contro la riforma, la legge potrebbe non essere approvata dal Parlamento anche se il Labour ha una forte maggioranza.
Oltre alla stretta sull’immigrazione, il Governo inoltre ha minacciato di non concedere più visti ai cittadini di Angola, Namibia e Repubblica democratica del Congo, se quei Governi non inizieranno ad accettare di accogliere i loro cittadini deportati dal Regno Unito perchè immigrati illegali o condannati per azioni criminali.
Fonte: Il Sole 24 Ore