
Impianti ex Ilva: il gip di Potenza rinnova il sequestro con la facoltà d’uso
Il gip di Potenza, Ida De Iure, ha ridato all’ex Ilva – ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria – la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo del siderurgico di Taranto che comunque restano sequestrati. L’ordinanza del gip, più che valore pratico, perché per la fabbrica non cambia assolutamente nulla dal punto di vista produttivo e funzionale – visto che in questi 12 anni dal sequestro l’attività non si é mai interrotta grazie anche ai vari decreti legge che ne hanno riconosciuto l’importanza strategica -, ha essenzialmente un valore giuridico. E adesso dovrebbe costituire il presupposto sul quale Ilva in amministrazione straordinaria – proprietaria degli impianti dati in fitto ad Acciaierie d’Italia – avanzerebbe al gip di Potenza richiesta di revoca del sequestro. Perché nel frattempo, asserisce la società, la fabbrica è cambiata, la proprietà colpita dal sequestro (i Riva) non c’è più da diversi anni, e il piano ambientale é stato sostanzialmente applicato. Ma quella della revoca é una carta che Ilva in as giocherà prossimamente, magari puntando ad ottenerla prima che si concluda la procedura di vendita di Acciaierie, i cui termini, alla fine della scorsa settimana, sono stati prorogati su autorizzazione del Mimit dal 30 novembre 2024 al 10 gennaio 2015 (in corsa, per ora, 15 gruppi, di cui solo 3 per ora interessati all’intero gruppo: Vulcan Steel indiana, Baku Steel Company dell’Azerbaijan e Stelco canadese).
Una richiesta di dissequestro già nel 2022
Va detto che Ilva in as già nel 2022 aveva chiesto il dissequestro degli impianti approssimandosi la data, maggio 2022, entro cui la proprietà avrebbe dovuto cederli definitivamente all’affittuario (allora in Acciaierie c’era in maggioranza il privato ArcelorMittal). La richiesta di Ilva in as fu però respinta dalla Procura di Taranto e dalla Corte d’Assise di Taranto (pochi mesi prima, a maggio 2021, c’era stata la sentenza di primo grado del processo “Ambiente Svenduto” sul reato di disastro ambientale contestato all’Ilva dei Riva) in quanto il piano ambientale, in scadenza ad agosto 2023, non era stato ancora completato e quindi per i magistrati i rischi sussistevano ancora.
Perché si è rivisto il sequestro
Perché la rimodulazione del sequestro? A settembre, con una decisione della Corte d’Assise d’Appello di Taranto, è stata annullata la sentenza di primo grado di maggio 2021. Annullate quindi le condanne – già prima la Corte aveva disposto la sospensione delle provvisionali da parte degli imputati verso le parti civili – e annullata anche la confisca degli impianti, che sarebbe divenuta esecutiva solo dopo la Corte di Cassazione. Anche il sequestro degli impianti disposto nel luglio 2012 senza facoltà d’uso e poi successivamente mitigato con la facoltà d’uso, rischiava di decadere se entro un breve lasso di tempo dalla trasmissione degli atti a Potenza, il gip di Potenza non l’avesse riassunto. Riassunzione che il gip Iure ha effettuato, ma sulla base di ciò che l’allora gip di Taranto, Patrizia Todisco, aveva stabilito nel 2012. Alla luce di questo, da parte di Ilva in as sono stati quindi trasmessi a Potenza una serie di documenti finalizzati ad evidenziare come nel frattempo la situazione della fabbrica a Taranto fosse sostanzialmente cambiata e compiuti gli investimenti per il miglioramento ambientale. Documenti che il gip ha esaminato nelle scorse settimane giungendo alla nuova ordinanza.
Fonte: Il Sole 24 Ore