
In arrivo l’autorizzazione europea per il fisco del Terzo settore
L’autorizzazione europea sulle misure fiscali per il Terzo settore è in dirittura d’arrivo. Il vice ministro del Lavoro, con delega al Terzo settore, Maria Teresa Bellucci, rassicura che ormai il confronto con la Commissione dovrebbe essere giunto all’ultima fase, gli scambi con Bruxelles si sono intensificati. In ogni caso, pur a fronte della richiamata accelerazione della procedura autorizzatoria, i tempi di entrata in vigore delle nuove disposizioni non potranno che coincidere con il 1° gennaio 2026.
Obblighi per le onlus
Data particolarmente importante, dunque, per il non profit che comporterà la necessità, a partire dal prossimo anno, per molti enti di preparare il terreno iniziando a valutare le opzioni legate alla introduzione dei nuovi istituti. Aspetto questo particolarmente rilevante per le circa 20mila onlus che risultano ancora iscritte nella rispettiva anagrafe. Quest’ultima, infatti, laddove fosse rispettata la tempistica indicata, cesserà definitivamente la propria operatività a far tempo dal 1° gennaio 2026, assegnando tre mesi di tempo agli enti iscritti per individuare la sezione del Registro unico del Terzo settore più idonea. In caso contrario, scatterà l’obbligo di devolvere tutto il patrimonio accumulato dopo l’assunzione dalla qualifica di onlus.
Criteri di qualificazione
L’introduzione delle misure fiscali dopo il vaglio Ue segnerà un decisivo mutamento nei criteri di qualificazione fiscale delle attività di interesse generale, inquadrando tra le attività non commerciali anche quelle che consentono di realizzare un avanzo di gestione non superiore al 6% per tre esercizi consecutivi. Uno scenario destinato a favorire lo sviluppo di un quadro fiscale coerente con i principi eurounionali e con la crescita degli enti del Terzo settore.
Nuovo regime fiscale e incentivi
I numeri crescenti delle imprese sociali, che salgono di quasi il 30% su base annua, esprimono una certa aspettativa per il cambio di passo che segnerà l’autorizzazione Ue rispetto a questa categoria di enti.
Certamente un primo aspetto da considerare è l’introduzione, per la prima volta, di un regime fiscale ad hoc, con la possibilità di defiscalizzare gli utili destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o a incremento del patrimonio. Ad aumentare l’appeal delle imprese sociali vi sarà anche l’introduzione di appositi incentivi per gli investitori, modellati su quelli previsti per le start up innovative. Se l’apporto di capitale arriva da una persona fisica sarà riconosciuta una detrazione pari al 30% dell’investimento fino a un milione per periodo d’imposta. Per i soggetti Ires il limite massimo è di un milione e 800mila euro con possibilità di dedurre il 30% dell’investimento.
Fonte: Il Sole 24 Ore