In arrivo piani didattici personalizzati anche all’università per allievi con disturbi dell’apprendimento
Un piano didattico personalizzato universitario per studenti con Dsa, Disturbi specifici dell’apprendimento. Al Senato, la commissione Cultura sta esaminando due disegni di legge che puntano a migliorare il sostegno, anche a livello universitario, per questi studenti che hanno disturbi specifici dell’apprendimento. In Parlamento 24 ne abbiamo parlato con la relatrice, la senatrice Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia.
Il disturbo non è un malattia
«Mi preme subito chiarire – spiega la senatrice Bucalo – che il disturbo specifico dell’apprendimento non è una malattia. I ragazzi con Dsa hanno una capacità cognitiva perfettamente nella norma e si tratta di un disturbo che rientra nel neurosviluppo. Questi studenti hanno tutte le possibilità,se opportunamente supportati, di raggiungere gli stessi risultati e successi di tutti i coetanei che frequentano l’università».
Piani didattici personalizzati anche all’università
La commissione Cultura di palazzo Madama ha adottato un testo base, incentrato sull’introduzione di piani didattici personalizzati. «Serviranno fondamentalmente a dare una pari opportunità a tutti questi studenti. Quindi eliminare di fatto quelle che sono le barriere che incontrano giornalmente dal punto di vista didattico, organizzativo e metodologico. Con l’introduzione del Pdpu, cioè del Piano didattico personalizzato universitario vengono individuate le misure compensative o dispensative e tutto ciò che serve per migliorare la vita didattica dello studente. E quindi eliminare quello stato di ansia, di frustrazione che spesso è anche causa di abbandono del percorso di studio». Ma quanti sono gli studenti universitari con Dsa? «Si attestano intorno ai 20mila. Purtroppo, però, tanti studenti non dichiarano di essere con Dsa. Una maggioranza ha scelto l’indirizzo scientifico, seguito da quello umanistico e da quello sanitario».
Manca una normativa unitaria per gli atenei
Il problema degli studenti con questo tipo di disturbo è sottovalutato dagli atenei? «Io direi che più che sottovalutato, non c’è una normativa unitaria, così come accade nel campo della scuola di ogni ordine e grado grazie alla legge del 2010, che ha introdotto un sistema di tutele. Tutto è demandato all’autonomia degli atenei. Quindi è necessario proprio introdurre una tutela che sia uguale e soprattutto che sia obbligatoria in tutti gli atenei italiani».
Formazione ad hoc per docenti, tutor e personale amministrativo
È prevista una specifica formazione del personale universitario, dai docenti ai tutor. «È fondamentale formare i docentie non solo i tutor, figura importantissima per raggiungere il successo e la realizzazione negli studi dello studente Dsa. Una formazione che è importante anche per il personale amministrativo. La formazione è importante per far conoscere non solo che cos’è il disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche permettere ai docenti e al tutor di poterlo affrontare e supportare al meglio.
Fonte: Il Sole 24 Ore