In dieci anni gli imprenditori immigrati crescono del 24%, per gli italiani un calo di oltre il 5%

In dieci anni gli imprenditori immigrati crescono del 24%, per gli italiani un calo di oltre il 5%

Dall’immigrazione il 9% del Pil. Agricoltura ed edilizia i settori con maggiore incidenza. Fabbisogno di manodopera in aumento a causa del calo demografico. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2025 sull’economia dell’Immigrazione, curato dalla Fondazione Leone Moressa e presentato il 20 ottobre al Cnel e alla Camera dei Deputati.

“Nuovi italiani” e inverno demografico

Gli stranieri residenti in Italia nel 2024 sono 5,3 milioni (8,9% della popolazione totale). Ma si arriva a 6,7 milioni (11,3%) considerando i nati all’estero. Questo divario deriva essenzialmente dalle acquisizioni di cittadinanza italiana, oltre 200mila all’anno. La popolazione con background migratorio continua a dare un contributo positivo alla demografia italiana con un tasso di natalità più alto (9,9 nati ogni mille abitanti tra gli stranieri, 6,1 tra gli italiani) e un tasso di mortalità più basso (2,1 / 12,3 per mille). Nel 2023, ad esempio, gli italiani sono diminuiti di 385 mila unità, mentre gli stranieri sono aumentati di 375 mila. Tra gli stranieri, solo il 6% ha più di 64 anni, mentre tra gli italiani questa componente arriva al 26%.

 

Occupazione e fabbisogno di manodopera

Gli occupati stranieri sono 2,51 milioni (10,5%) ma, anche in questo caso, si sale a 3,65 milioni considerando il paese di nascita (15,2%). I lavoratori stranieri producono 177 miliardi di valore aggiunto, dando un contributo al Pil pari al 9%, con picchi del 18,0% in agricoltura e del 16,4% nelle costruzioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore