In Europa sempre meno quotate: cresce il peso del capitale privato

In Europa sempre meno quotate: cresce il peso del capitale privato

Novecento aziende in meno in 12 anni. Dal 2019 al 2022 Euronext ha perso il 15% delle aziende quotate sui suoi listini, passando da 7.400 a poco più di 6.300. A cui si sommano i 110 delisting del 2023 per un valore complessivo di 467 miliardi di euro di capitalizzazione. I dati emergono da un report della Rome Business School “Il fenomeno dei delisting in Europa: dinamiche, attori e implicazioni per i mercati dei capitali”, secondo il quale Parigi risulta essere la Borsa con le maggiori uscite a livello di valore: nel 2023 ha registrato 22 delisting sul listino princile, pari a oltre 404 miliardi di euro di capitalizzazione superando persino il picco del 2019 di 392 miliardi. Milano si distingue invece per la quantità: 24 operazioni complessive nel 2023, in gran parte concentrate nel segmento dedicato alle pmi, con 16 delisting, il cui impatto economico è stato pari a 10 miliardi di euro di capitalizzazione persi sul listino principale, contro meno di un miliardo sull’Euronext Growth Milan. Situazione opposta ad Amsterdam, dove nel 2023 si è visto il record quinquennale di 13 delisting, ma con un valore economico minimo, appena 6,5 miliardi di euro, ben lontano dai 75 miliardi del 2020 e dai 90 miliardi del 2022. Infine, Bruxelles si conferma marginale, con appena 7 delisting e circa 4,9 miliardi di capitalizzazione rimossa, lontani dal picco del 2019 (7,6 miliardi).

I numeri di Piazza Affari

Le uscite da Piazza Affari sono continuate anche nel 2024, portando il saldo fra Ipo e delisting a favore di questi ultimi: a fronte di 23 ammissioni alla quotazione, infatti, 29 sono state le uscite, di cui 15 dal listino principale e 14 dal segmento di crescita. Dal 2018 a fine dello scorso anno complessivamente sono arrivate in quotazione cinquanta società sul mercato principale, ma ci sono stati 84 delisting. Sull’Euronext growth invece ci sono stati nello stesso periodo 204 ingressi e 91 uscite. Nel complesso quindi il numero delle società quotate o negoziate sui listini di Borsa italiana è aumentato di 79 unità, ma il mercato principale ha perso 34 quotate.

Il primo semestre 2025 ha visto la conferma del trend a MIlano con 17 le società che hanno lasciato Piazza Affari di cui 12 a seguito di offerta pubblica, per una capitalizzazione comunque limitata a 1,6 miliardi di euro dal momento che la maggior parte delle aziende era quotata sull’Euronext Growth Milan.

Il ruolo dei fondi attivisti

Un ruolo decisivo nella scelta delle società di uscire dai listini è quello dei fondi attivisti, secondo quanto sottolineato dal report di Rome Business School. Nel primo semestre del 2025 si sono registrate 129 campagne attiviste a livello globale, un dato in lieve calo del 12% rispetto al 2024 ma con un ruolo sempre più rilevante in Europa, secondo i dati Barclays. E il trend non accenna a rallentare, dal momento che i modelli previsivi di Alvarez & Marsal individuano già oltre 140 potenziali target europei nei prossimi 18 mesi.

Fonte: Il Sole 24 Ore