
In Italia cresce il numero di startup con impatto sociale o ambientale positivo
Nell’ultimo Report pubblicato dal Social Innovation Monitor, il 6% delle startup italiane integrava una chiara missione sociale o ambientale nel proprio modello di business, secondo uno studio del Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino. Il numero di queste realtà (640) è cresciuto costantemente negli ultimi anni, registrando un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Un dato in controtendenza rispetto all’andamento generale delle startup, diminuite del 9% nello stesso periodo.
Le aziende innovative a vocazione sociale o ambientale si concentrano principalmente al Nord (71%), con la Lombardia che ne ospita quasi la metà. Seguono il Centro Italia (15%) e il Sud e le Isole (14%). Pur avendo un numero di dipendenti simile alle startup tradizionali, queste imprese si distinguono per un maggior coinvolgimento femminile: le donne ai vertici aziendali sono quasi il doppio (23% contro 14%). I ricavi medi, invece, sono inferiori del 17%, sebbene le entrate non siano un parametro decisivo per valutare il successo di una startup: nelle fasi iniziali è molto comune che i guadagni siano nulli o molto bassi, in attesa di consolidare l’offerta e trovare il proprio posizionamento sul mercato.
Anche gli acceleratori d’impresa mostrano attenzione per queste realtà: nel 2023 oltre la metà (54%) ne supportava almeno una, mentre nell’8% dei casi le iniziative a impatto sociale o ambientale costituivano la maggioranza dei progetti in incubazione.
Le formule che uniscono valore economico e sociale: Sivas, società benefit e B Corp
Questi numeri suggeriscono che tra le startup italiane si stia diffondendo un modello di business a metà tra impresa tradizionale e ente no-profit. Un approccio ibrido, che bilancia ritorni economici e innovazione sociale, puntando a trovare soluzioni efficienti e sostenibili. Accanto a organizzazioni senza scopo di lucro, cooperative e imprese sociali — le uniche tra queste a poter distribuire utili, seppur in modo limitato — negli ultimi anni si sono diffuse varie formule giuridiche e certificazioni che cercano di definire questo paradigma.
Le startup innovative a vocazione sociale (Sivas) sono state introdotte dallo stesso decreto che regola le startup innovative, con l’obbligo aggiuntivo di operare in settori specifici, come assistenza sociale e sanitaria, tutela ambientale o istruzione.
Le società benefit sono imprese che, oltre allo scopo tradizionale di generare utili, si impegnano a produrre un impatto positivo sulla comunità o sull’ambiente. Questo assetto giuridico richiede la modifica dello statuto aziendale per includere gli obiettivi di interesse collettivo e la pubblicazione annuale di una relazione d’impatto che descriva azioni e risultati.
Le B Corporation, invece, sono aziende che ottengono una certificazione biennale da B Lab, un ente indipendente che attesta elevati standard di trasparenza, sostenibilità e responsabilità sociale.
Tra i modelli aziendali a impatto sociale, le società benefit e le B Corp stanno guadagnando sempre più popolarità, con una diffusione che è raddoppiata in due anni. Secondo il report del Social Innovation Monitor, a fine 2023 in Italia si contavano rispettivamente 2795 società benefit e 276 B Corp. Al contrario, c’è un netto calo di interesse verso la qualifica di startup innovativa a vocazione sociale: nell’arco di due anni si è registrata una riduzione del 28%, con sole 142 imprese di questo tipo attive alla fine del 2023.
GoBeyond lancia la nona edizione della Call for Ideas
Le imprese a vocazione collettiva stanno aumentando, ma devono fare i conti con un ambiente che offre un supporto limitato, in particolare nell’accesso a finanziamenti pubblici e capitali privati. Secondo la società di intelligence Dealroom, nel 2024 in Italia gli investimenti dei fondi specializzati nel sostegno alle startup sono stati di circa 1,1 miliardi di dollari, ben al di sotto di paesi come Germania (8,2 miliardi), Francia (7,9 miliardi) e Spagna (2,1 miliardi).
Per questo, programmi come GoBeyond — la piattaforma di innovazione responsabile ideata da Sisal, ora parte di Flutter Sea (Southern Europe & Africa), dedicata a sostenere startup a impatto sociale e ambientale — risultano particolarmente utili per promuovere l’innovazione e rafforzare la competitività del nostro Paese. Lo scorso 1° luglio è stata lanciata la nona edizione della Call for Ideas di GoBeyond, che prevede un grant equity free di 50 mila euro per la vincitrice e un percorso di advisory riservato a tutte le 6 finaliste.
Novità di questa edizione, il Premio per l’internazionalizzazione “Emilio Petrone” offrirà la partecipazione al programma di accelerazione di Innovit, il Centro di innovazione italiano a San Francisco, che supporterà l’espansione internazionale della startup vincitrice, con particolare focus sul mercato statunitense.
Le 3 startup “idea-stage” più meritevoli, ovvero quelle realtà imprenditoriali non ancora costituite e senza un prodotto o servizio testato, saranno ammesse al percorso di incubazione di Startup Geeks, mentre sei menzioni speciali saranno assegnate dai partner Mamacrowd, Google, SheTech, Alkemy, Carter & Benson e Zest.
Torna anche la GoBeyond Challenge, l’iniziativa dedicata all’innovazione interna e rivolta a startup già costituite, capaci di proporre soluzioni per trasformare i processi aziendali, rendendoli più efficienti, sostenibili e digitali.
Le iscrizioni alla Call for Ideas sono aperte fino al 30 settembre 2025. Possono partecipare singoli candidati o team, anche senza essere titolari di un’impresa, presentando la propria idea con un breve pitch e un video di presentazione. I criteri di valutazione saranno, in ordine di rilevanza: impatto, utilità, fattibilità, scalabilità e innovazione.
GoBeyond, un modello di innovazione dal valore sociale certificato
Negli ultimi anni GoBeyond si è affermato come un vero e proprio ecosistema dell’innovazione, che nel 2024 è stato in grado di generare oltre 5 euro in valore sociale per ogni euro investito. Lo certifica una valutazione esterna basata sulla metodologia Sroi (Social Return on Investment) e condotta da Promos Srl SB in collaborazione con Social Innovation Monitor (Sim) e Social Innovation Teams (Sit) del Politecnico di Torino.
È uno dei primi programmi di Open Innovation in Italia ad adottare una misurazione così rigorosa, che descrive e quantifica i benefici per tutti i soggetti coinvolti: crescita imprenditoriale e nuove opportunità per i partecipanti, miglior posizionamento e rafforzamento del network professionale per i partner, aggiornamento sui trend dell’innovazione per l’azienda. L’analisi ha evidenziato anche un contributo significativo agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Oltre alla Call for Ideas — che nel corso degli anni ha coinvolto oltre 2000 startup — GoBeyond offre altri strumenti per chi vuole fare impresa. L’Academy è una piattaforma gratuita che aiuta aspiranti imprenditori a sviluppare il proprio progetto, dalla formazione di base alla scrittura di un business plan, fino alla misurazione dell’impatto sociale. La Community di GoBeyond mette in contatto le startup con esperti e professionisti del settore, promuovendo l’innovazione aperta e un approccio creativo al cambiamento, per creare valore dalle sfide sociali e ambientali.
Fonte: Il Sole 24 Ore