In Sicilia in campo dote di 1,5 miliardi e il riavvio dell’Osservatorio regionale

In Sicilia in campo dote di 1,5 miliardi e il riavvio dell’Osservatorio regionale

Dal 2010 al 31 agosto di quest’annoin Sicilia la struttura commissariale per il dissesto idrogeologico che fa capo al presidente della Regione Renato Schifani ha finanziato interventi per oltre 1 miliardo e 52 milioni di euro, con risorse impegnate per 793 milioni e pagamenti fatti per 571 milioni. Ma c’è un altro numero chiave che va sottolineato: fondi per 1,5 miliardi per i prossimi cinque anni. Una dotazione finanziaria importante rivendicata dalla macchina commissariale – diretta da Sergio Tumminello – la quale rivendica numeri che, sulla carta, descrivono un’amministrazione efficiente: oltre 21.200 decreti emessi, 1.311 contratti stipulati e tempi medi di pagamento inferiori a 13 giorni, «ben al di sotto dei 30 stabiliti dalla legge» dicono. «Le 96 procedure di gara avviate nel 2024 e i tempi di pagamento di soli 12,79 giorni dimostrano che quando c’è volontà politica e competenza amministrativa, è possibile garantire efficienza e rispetto delle regole» dice il presidente della Regione.

Le misure

Le aree di intervento spaziano dalla messa in sicurezza delle strade alle opere di contenimento dei movimenti franosi, dalla protezione delle coste contro l’erosione alla prevenzione delle esondazioni. E c’è poi l’attività di monitoraggio. Una strategia che guarda non solo all’emergenza ma anche alla prevenzione, come ha sottolineato il presidente della Regione Renato Schifani: «I numeri certificano il cambio di passo che abbiamo impresso nella lotta al dissesto idrogeologico. Non ci siamo limitati a gestire l’emergenza: abbiamo costruito una macchina amministrativa efficiente, capace di tradurre rapidamente le risorse in interventi concreti sul territorio. – dice Schifani – E mentre altre regioni arrancano, la Sicilia è stata presa a modello nel recente convegno nazionale di Bari. La sfida dei cambiamenti climatici richiede una visione di lungo periodo. Per questo abbiamo rilanciato l’Osservatorio regionale e avviato un dialogo strutturato con università e ordini professionali».

Fonte: Il Sole 24 Ore