In trent’anni sono cambiati così i consumi delle famiglie italiane

In trent’anni sono cambiati così i consumi delle famiglie italiane

Più tecnologia, tempo libero e cultura tra le spese più importanti per gli italiani. Negli ultimi tre decenni la spesa pro capite per informatica e telefoni ha registrato una crescita vertiginosa di quasi il 3.000%. Corrono anche i consumi legati al tempo libero – in particolare i servizi culturali e ricreativi – che hanno mostrato un progresso significativo, con un aumento reale di oltre il 120%. Benino le voci dei consumi fuori casa come la ristorazione (+25,7%) e i pernottamenti per viaggi e vacanze (+18%) ma non riescono ad agganciare in termini reali i livelli pre-pandemia mentre sono in flessione gli acquisti di capi d’abbigliamento e calzature, su cui pesa una variazione strutturale della domanda, oggi orientata verso capi a minore valore, come quelli del fast fashion, intrinseco rispetto a una volta. L’Ufficio studi di Confcommercio ha analizzato l’evoluzione dei consumi delle famiglie italiane negli ultimi trent’anni. Rispetto al 1995 calano voci di spesa come quelle alimentari e per le bevande, -5,1%, l’abbigliamento perde mezzo punto, i mobili ed elettrodomestici restano sostanzialmente stabili (+0,8%). In contrazione il consumo reale di energia domestica (-35,1%), dovuto principalmente alla crescente attenzione al risparmio e all’efficienza energetica grazie all’arrivo sul mercato di apparecchiature che consumano meno come tutti gli elettrodomestici e le lampadine led sebbene il prezzo unitario dell’energia sia cresciuto notevolmente.

«Gli italiani tornano a spendere ma con cautela, privilegiando soprattutto il comparto tecnologico – commenta Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio -. Preoccupa e genera incertezza l’impatto dei dazi. Servono segnali di fiducia, a cominciare dalla riforma fiscale, per far ripartire consumi e investimenti». Infatti sul fronte delle disponibilità quest’anno la spesa pro capite reale sul territorio economico ha raggiunto i 22.114 euro contro i 19.322 euro del 1995, con un aumento di 239 euro rispetto al 2024 ma ancora inferiore (-220 euro reali) ai picchi del 2007, prima che la crisi dei mutui subprime si abbattesse sull’economia mondiale.

In un anno per le famiglie la prima voce di spesa è quella dell’abitazione e la sua gestione che a prezzi correnti quest’anno pesa per il 29,3% contro il 25,8% del 1995 seguita dai pasti in casa o fuori il cui peso percentuale oggi è al 23% contro il 23,7% di trent’anni prima. Dopo queste spese obbligate ecco la cura di sé, una voce fondamentale ma qui le vicissitudini dell’importante voce “abbigliamento e calzature” ne comprime la dinamica. Migliori i trend dei servizi legati al tempo libero. Nell’ultimo biennio crescono le quote di spesa per i consumi fuori casa, per viaggi e vacanze e servizi di trasporto. Da questi consumi, anche correlati all’incoming, passa una potenziale importante spinta alla crescita del Pil italiano nel prossimo biennio.

Fonte: Il Sole 24 Ore