In UniCredit per ora il focus rimane su Onemarkets Fund
All’asset management e al wealth non è indifferente neppure UniCredit che, seconda degli scambi in borsa, con Intesa si contende il titolo di terza o quarta banca europea per capitalizzazione.
Una dimensione, quella della banca di Piazza Cordusio, che per altro potrebbe aumentare se, come sembra, al centro della strategia di Orcel resta forte l’idea di acquisire (al di la della partita Commerzbank) istituti di credito focalizzati in territori europei (dalla Grecia alla Romania) dove il numero delle attività produttive è in netta crescita e il ceto medio è in via di consolidamento con un buon tasso di risparmio. Quanto all’asset management, saltata l’operazione di Bpm con dentro soprattutto Anima, è probabile che il gruppo, più che comprare realtà o pezzi di asset manager (da Dws a Ubs) magari per acquisire expertise particolari in giro per il mondo, proseguirà nella traiettoria tracciata da qualche anno. Complessivamente in questo ambito le masse al 30 giugno scorso erano pari a 146 miliardi.
Una piattaforma proprietaria
In casa Unicredit la novità più importante è arrivata nel 2023 quando hanno iniziato ad essere collocati i primi fondi della piattaforma Onemarkets Fund che fa capo a Structured Invest, una società di gestione lussemburghese, controllata al 100% da UniCredit International Bank. La piattaforma ha segnato il rientro di UniCredit nella gestione di fondi, dopo la cessione di Pioneer ad Amundi sotto Jean Pierre Mustier. In circa due anni e mezzo al 30 giugno scorso, Onemarkets ha raccolto masse per 22 miliardi (di cui 7,5 miliardi da inizio anno) facendo leva su un approccio ad architettura aperta, risultato della strategia UniCredit Unlocked, ovvero perseguire una crescita dei ricavi sostenibile, con basso assorbimento di capitale e un approccio incentrato sul cliente. La gamma di prodotti a marchio onemarkets adesso conta oltre 40 fondi di investimento, sia a gestione a delega interna al gruppo UniCredit, sia a gestione a delega esterna a terze parti (e.g. BlackRock, Pimco, Amundi, Fidelity, Rockefeller Capital Management).
Partner in crescita
Ma gli accordi con partner di prestigio sono in continua evoluzione ed è indubbio che, viste le dimensione, UniCredit riesca a assicurasi le migliori condizioni di prezzo con le case partner e dunque a portare a casa profitti, grazie ad economie di scala. Sempre a marchio Onemarkets Fund ci sono poi i fondi, questa volta di diritto irlandese di Nova Investment Management, la Sgr di proprietà di Azimut Holding, nata nel 2022 , partita a fine 2023 e destinata a confezionare prodotti esclusivi per UniCredit che, grazie a un diritto di prelazione fissato, potrebbe rilevarla entro il 2028. Altro capitolo, non meno rilevante, è quello che riguarda l’accordo con Amundi che scadrà nel 2027. Nei fondi del gruppo francese nel corso degli ultimi anni è confluita la parte più consistente delle masse investite in risparmio gestito. C’è chi dice che i patti fissati 10 anni fa da Mustier potrebbero saltare e già si lavora al dopo ma non è detto che la partnership non vada avanti, vista la dimensione importante e le numerose soluzioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore