Incentivi, esaurite anche le risorse di Transizione 4.0
Esauriti anche i fondi per gli incentivi del piano Transizione 4.0. Dopo la tagliola che ha spiazzato le imprese interessate ai crediti di imposta di Transizione 5.0, il contatore del Gse (Gestore dei servizi energetici) alle 17 di martedì 11 novembre ieri ha di fatto decretato lo stop della vecchia misura che poteva contare in tutto su 2,2 miliardi di euro di risorse nazionali per il 2025. Il piano Transizione 4.0 si basa su incentivi agli investimenti per l’acquisto o il leasing di beni strumentali funzionali a processi di innovazione digitale e si distingue dal successivo Transizione 5.0, che è invece alimentato con risorse europee del Pnrr e prevede anche obiettivi di risparmio energetico da conseguire con i progetti di innovazione.
La situazione di Transizione 5.0
Si arriva dunque a fine anno con un quadro molto critico per la pianificazione degli investimenti delle imprese. Per quanto riguarda Transizione 5.0, il 7 novembre il Mimit ha annunciato l’esaurimento del plafond di 2,5 miliardi che era stato pattuito con la Commissione europea definanziando per la quota restante la dote iniziale di 6,23 miliardi e destinandola ad altri interventi. In questo gioco di sponda tra risorse nazionali ed europee, unito ad altre rimodulazioni del Pnrr, nel disegno di legge di bilancio sono stati liberati fondi per 4 miliardi di euro che finanzieranno una nuova versione di Transizione 5.0, per investimenti da realizzare nel 2026 ed agevolati non più con il credito d’imposta ma con l’iperammortamento.
I timori delle aziende
L’operazione ha però seminato il panico tra numerose imprese che pensavano di poter accedere alla vecchia versione di Transizione 5.0 senza problemi di risorse fino a tutto il 2025. Il Mimit ribadisce che il portale per le prenotazioni resterà comunque aperto fino al 31 dicembre e che i progetti che saranno considerati ammissibili finiranno in “lista d’attesa”, per essere ripescati in caso di rinunce o se saranno individuate nuove risorse. La piattaforma del Gse, dopo una breve sospensione tecnica, è tornata attiva e, calcolando le prenotazioni effettuate da 7 novembre, ha raggiunto 3,15 miliardi di euro. Al momento, quindi, c’è un surplus di 650 milioni. Solo nella giornata del 10 novembre sono stati caricati sulla piattaforma 742 progetti per un valore totale di 231,1 milioni. Anche per Transizione 4.0 il Mimit sottolinea che si è registrata un’accelerazione negli ultimi giorni e ricorda che è comunque ancora possibile continuare a inviare prenotazioni: nel caso di nuova disponibilità, per eventuali rinunce, il Gse darà comunicazione alle imprese secondo l’ordine cronologico delle domande.
Il confronto tra il governo e le associazioni imprenditoriali
Quanto al piano 5.0, la prossima settimana si entrerà nel vivo del confronto tra il governo e le associazioni imprenditoriali, che hanno duramente criticato la scelta repentina di chiudere i rubinetti. È previsto un incontro al Mimit il 18 novembre ed è possibile che per quella data sia individuata una soluzione. L’opzione di concedere alle imprese in coda una sorta di priorità per l’accesso all’iperammortamento che entrerà in vigore nel 2026 è abbastanza complicata, considerata la diversità dello strumento di agevolazione fiscale rispetto ai crediti di imposta e anche i differenti requisiti richiesti ai progetti. Una delle strade è individuare risorse aggiuntive, in pratica facendo retromarcia rispetto all’iniziale definanziamento. Ma molto dipenderà da quale sarà il fabbisogno finale, quindi da quanti dei progetti caricati a partire dal 7 novembre saranno considerati a tutti gli effetti ammissibili.
Fonte: Il Sole 24 Ore