
Incidenti stradali e responsabilità sanitaria, al traguardo la tabella unica nazionale per le macrolesioni
Dopo una logorante attesa di quasi vent’anni, le regole sul risarcimento dei danni gravi non patrimoniali da lesione (da sinistro stradale e da responsabilità sanitaria) paiono finalmente aver trovato casa. Il Consiglio dei ministri del 25 novembre ha infatti esaminato in via definitiva il Dpr con la tabella unica nazionale (Tun) del valore pecuniario da attribuire ad ogni singolo punto di invalidità tra 10 e 100 punti, previsto dall’articolo 138, comma 1, lettera b) del Codice delle assicurazioni (il Cap, Dlgs 209/2005).
Lo stop del Consiglio di Stato
Il già lungo lavoro di stesura, portato avanti da quello che ora è il ministero delle Imprese con il contributo tecnico dell’Ivass, era stato (bruscamente) interrotto il 13 febbraio, quando il Consiglio di Stato, in sede di consultazione preventiva non vincolante, aveva sospeso il proprio parere sollevando non poche censure. Ora il testo originario è stato rivisto, senza stravolgere l’impianto di partenza, già frutto di una profonda e non facile elaborazione di un sistema tabellare in grado di coniugare i criteri e i principi dell’articolo 138 del Cap con i criteri di valutazione del danno non patrimoniale ritenuti «congrui dalla consolidata giurisprudenza di legittimità».
L’utilità della tabella unica
In attesa che il testo del Dpr diventi noto, va detto che la stessa nascita della Tun va accolto come (pur tardivo) esercizio di civiltà giuridica, che dà uno strumento di equità e giustizia sostanziale per uniformare le dinamiche del risarcimento del danno alla persona in due settori nevralgici, (completando la tabella da tempo in vigore per i sinistri di più lieve entità, disciplinati fin dal 2005 dall’articolo 139 del Cap). Ciò porrà auspicabilmente fine a decenni di dibattiti e dispute su quali, tra i vari sistemi tabellari adottati dai Tribunali sul territorio (in mancanza di quello unificato), andassero presi come parametri di riferimento risarcitorio.
Le tabelle di Milano e Roma
Le tabelle finora più in uso fanno riferimento a due elaborazioni (quelle dei Tribunali di Milano e di Roma) e paiono piuttosto disomogenee sia sotto il profilo razionale sia nell’elaborazione empirica dei valori monetari compensativi. Il loro disallineamento più sensibile sta proprio sulle lesioni più gravi: per esempio, la tabella di Roma può arrivare a riconoscere somme di gran lunga superiori rispetto a quella di Milano, cui peraltro la Cassazione continua a riconoscere una sorta di primato, confermato dalla prevalenza della sua applicazione sul territorio.
Il sospirato Dpr determinerà dunque un orientamento finalmente unitario e vincolante per i settori di sua applicazione, riducendo il rischio di derive discrezionali e contribuendo a strutturare un sistema di regole più certe ed equanimi che potranno contribuire alla deflazione del contenzioso e velocizzare ed orientare al meglio i processi liquidativi, favorendo eventuali trattative stragiudiziali.
Fonte: Il Sole 24 Ore