Indebitamento incolpevole: il giudice cancella 60mila euro di mutui

Indebitamento incolpevole: il giudice cancella 60mila euro di mutui

Indebitamento incolpevole provocato da una «serie sfortunata di vicende lavorative» – tra licenziamenti e cadute reddituali improvvise – con gli esigui stipendi familiari (1.230 euro al mese complessivi) destinati interamente al sostentamento della giovane famiglia. Su questi presupposti il giudice del tribunale di Crotone, Emmanuele Agostini, ha “esdebitato” un nucleo familiare «incapiente» – padre, madre e due figli minorennni – inseguito da debiti consolidati per oltre 60mila euro. Il magistrato, validando la relazione dell’advisor legale, Paola Bellomo, ha accolto la procedura di «esdebitazione del sovraindebitato incapiente», una sorta di salvagente giudiziario che, una volta sola nella vita, può trarre d’impaccio chi si è trovato nei guai non per inavvedutezza – o peggio, per indole fraudolenta – ma per una serie sinistra di scherzi del destino.

Il caso

La vicenda riguardava un nucleo familiare dove il padre/marito, dopo una serie di lavoretti occasionali, era riuscito a ottenere un contratto di lavoro a tempo indeterminato in un supermercato locale. Attivati una serie di finanziamenti e poco dopo la nascita dei due figli, però, l’uomo era stato licenziato per fallimento della società, riuscendo a ottenere solo anni dopo un nuovo impiego da operaio per 930 euro al mese. Nel frattempo, la moglie era stata a sua volta licenziata da un call center e, solo dallo scorso dicembre, è di nuovo in grado di contribuire al sostentamento familiare, con i 300 euro di compensi da collaboratrice domestica.

L’uscita dal tunnel

Secondo il giudice la situazione finanziaria di grave sofferenza della famigliola – 60mila euro di crediti esigibili da parte di una lunga fila di controparti – non è imputabile a scelte avventate dei coniugi o a iniziative incompatibili con la loro posizione reddituale dell’epoca, ma è piuttosto frutto dei marosi che la vita talvolta riserva anche al “buon padre di famiglia”. Se da un lato l’attuale reddito, vista l’esiguità, deve essere destinato al sostentamento minimo della famiglia, dall’altro – scrive il giudice – «il ricorrente risulta privo di qualsiasi patrimonio economicamente significativo, essendo intestatario unicamente» di un’auto immatricolata nel 2019. Pertanto, a giudizio del magistrato, ci sono tutte le condizioni per «esdebitare» il giovane padre, «meritevole» di cancellazione dei mutui sia per i comportamenti precedenti alla sua caporetto finanziaria (avendo estinto in anticipo i debiti della fase precedente alla sua personale crisi) e non essendo, in sostanza, responsabile delle sfortune capitategli negli anni e pertanto non in colpa grave, mala fede o frode.

I controlli

La cancellazione dei debiti andrà comunque sorvegliata per un po’: il tribunale ha disposto che ogni 12 mesi e per tre anni il ricorrente «depositi tramite l’Organismo di composizione una dichiarazione documentata in ordine alla propria situazione reddituale, patrimoniale e occupazionale, che dovrà essere accompagnata da una relazione di conferma del Gestore della crisi».

Fonte: Il Sole 24 Ore