Indice della criminalità 2025 provincia per provincia

Indice della criminalità 2025 provincia per provincia

Qualità della vita 2025

I dati del Viminale in anteprima sul Sole24 Ore: nel 2024 si consolida il trend dei reati denunciati (+1,7 su base annua). Illeciti oltre i livelli 2018. La classifica ogni 100mila abitanti: Milano, Firenze e Roma al top, seguite da Bologna Rimini e Torino. Sette città metropolitane nella top ten


3 novembre 2025

di Marta Casadei e Michela Finizio
Numeri alla mano, i delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalle forze di Polizia in Italia sono in aumento e la crescita riguarda soprattutto la micro-criminalità di strada.
I reati segnalati nel 2024 sono stati 2,38 milioni, l’1,7% in più rispetto al 2023, in aumento del 3,4% sul 2019.
Dati che consolidano la risalita in corso post-pandemia, seppur molto lontani rispetto ai valori di dieci anni fa (-15% rispetto al 2014).
Cresce anche il peso degli illeciti rilevati dalle forze di Polizia nelle città metropolitane: Milano, Roma e Firenze occupano il podio della nuova edizione dell’Indice della Criminalità del Sole 24 Ore che misura le denunce ogni 100mila abitanti.
E nelle prime tre grandi città si concentra il 23,5% degli illeciti rilevati. Seguono Bologna, Rimini e Torino, dove – anche in questo caso – ad alimentare lo stock di denunce è il passaggio quotidiano di centinaia di city users e turisti.

Sono queste le principali evidenze messe in luce dalle statistiche della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno,
fornite in esclusiva al Sole 24 Ore del Lunedì.
Il 2024 rappresenta, dunque, il quarto anno consecutivo di aumento delle denunce e diventa il secondo di fila in cui vengono superati i livelli di criminalità pre Covid (in sorpasso rispetto ai livelli del 2018). «Tralasciando il brusco calo degli illeciti nel 2020 a causa delle restrizioni anti-contagio, fino al 2019 avevamo assistito a un calo progressivo e costante di tutte le tipologie di reato.
Ora, invece, assistiamo a una risalita della curva», osserva Marco Dugato, ricercatore dell’osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica di Milano.
«Gli incrementi di oggi – aggiunge il professore – possono essere considerati fisiologici a fronte delle criticità sociali ed economiche che il Paese sta attraversando.
E anche le tensioni internazionali possono avere influenze sui fenomeni criminali».

Come cambia il crimine

Delitti commessi e denunciati all’autorità giudiziaria per tipologia negli ultimi sette anni

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I trend nazionali

In pratica, il 2024 consolida l’aumento della criminalità in corso post-pandemia,
anche se dai dati provvisori dei primi sei mesi del 2025 arriva già un primo segnale di miglioramento (-4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in base ai trend non consolidati del Viminale).
Si ricorda che a giugno di quest’anno il Governo ha ottenuto il via libera definitivo del Parlamento al Decreto sicurezza (Dl 20/2025) che, tra le altre cose,
introduce nell’ordinamento 14 nuovi reati, inasprisce alcune aggravanti ed estende il Daspo urbano.

In attesa di scoprire quale impatto avrà la linea dura del Governo Meloni, per capire come sta cambiando il crimine in Italia è necessario andare oltre le oscillazioni annuali,
osservando i trend di lungo periodo, con un particolare sguardo all’evoluzione della geografia degli illeciti penali.

Nel 2024 i furti hanno riguardato il 44% delle denunce, in aumento del 3% su base annua. In particolare, a crescere maggiormente sono i furti in abitazione (+4,9%), i furti di autovetture (+2,3%), i furti con strappo (+1,7) e infine i furti con destrezza (+0,6%). «Bisogna sempre mettere questi dati in prospettiva», ricorda Dugato. «Se confrontati con le statistiche del 2014 – spiega – i furti risultano comunque in calo del 33 per cento. In pratica, sul lungo periodo i trend più recenti indicano una sostanziale stabilità, in particolare con alcune fattispecie di reato in risalita.
E queste specificità non vanno sottovalutate». Gli incrementi più elevati sono quelli dei delitti di strada, tra cui spiccano anche le rapine (+1,8%), i reati legati agli stupefacenti (+3,9%) e le violenze sessuali (+7,5%). Salgono del 5,8% le lesioni dolose, dell’1,6% i danneggiamenti. In controtendenza contrabbando (-38%), incendi (-5,3%) e le truffe informatiche (-6,5%) che invertono la rotta dettata dalla diffusione delle tecnologie digitali.

Nello stesso anno, il 2024, sono state denunciate o arrestate 828.714 persone, in aumento del 4% sul 2023 ma in calo del 3% rispetto al 2019. I dati del Viminale offrono una fotografia aggiornata del numero di minori e di stranieri sul totale dei denunciati/arrestati. Entrambe le categorie registrano una crescita: i minori segnalati sono stati 38.247, in aumento del 16% sul 2023 e del 30% circa sul pre Covid.
In particolare, un arrestato su quattro per rapina in pubblica via ha un’età inferiore ai 18 anni.
Gli stranieri denunciati o arrestati nel corso del 2024 sono stati, invece, 287.396, in aumento dell’8,1% rispetto al 2019.
Nel complesso, gli stranieri sono oltre un terzo dei segnalati, ma l’incidenza è quasi doppia (supera il 60%) per alcuni reati predatori come furti con destrezza, furti con strappo e rapine in pubblica via.

Le persone denunciate

Numero di segnalazioni relative a persone denunciate e arrestate o fermate dalle forze di polizia nel 2024 con incidenza (%) di minori e di stranieri

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La mappa per provincia

A destare maggiore preoccupazione, infine, è l’analisi geografica del crimine, che mette in luce una crescente concentrazione dei fenomeni criminali nelle grandi città.
Sette delle 14 città metropolitane entrano nella top ten dei territori con più delitti denunciati all’autorità giudiziaria ogni 100mila abitanti,
individuati dall’Indice della Criminalità del Sole 24 Ore.
Cresce, infatti, il peso di queste aree ad alta densità sul volume totale degli illeciti: il 47,9% dei crimini nel 2024 è stato rilevato nelle 14 città metropolitane, un’incidenza in netto aumento negli ultimi anni rispetto ad una media del 44% – praticamente stabile – tra il 2009 e il 2019.

In particolare a Milano, Roma e Firenze – sul podio dell’Indice della Criminalità – si concentra il 23,5% dei reati rilevati.
A Milano e Roma, più nel dettaglio, uno su cinque. Tra le prime dieci province per reati in rapporto agli abitanti,
si incontrano anche Bologna, Torino, Venezia e Genova.

Le grandi citta

Il trend nelle cinque città metropolitane con più segnalazioni. Numero dei delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria

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Dal lato opposto si distinguono per minore incidenza alcune province medio-piccole come Oristano, Potenza,
Benevento, Enna, Sondrio, Treviso e Pordenone.

Il peso delle città metropolitane

Queste performance vanno contestualizzate: nelle 14 città metropolitane risiede il 36,2% della popolazione italiana; e durante il giorno nei grandi centri urbani
agli abitanti si sommano turisti, pendolari e studenti, che di fatto triplicano la popolazione che vive sul territorio
.
Il tasso di delittuosità non può tenerne conto, ma nell’analisi delle statistiche del Viminale questa dimensione va tenuta in considerazione.
«Solo nella Capitale arrivano tra 30-50mila turisti all’anno», afferma l’ex procuratore di Milano, Francesco Greco, oggi con delega alla sicurezza presso
il Comune di Roma.

La sicurezza nelle città metropolitane

L’incidenza dei delitti nelle 14 aree metropolitane sul totale nazionale. Dati in milioni, incidenza %

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«Durante il giorno le città metropolitane spesso raddoppiano, rispetto ai residenti, il numero di persone che le attraversano per turismo, lavoro o studio»,
osserva Dugato. L’analisi deve tenere conto di questa dimensione, che determina maggiori” opportunità criminali”, sia in termini di vittime che di autori di reati.
«Nelle aree densamente popolate c’è poi una maggiore complessità – aggiunge il ricercatore dell’osservatorio Transcrime -: la convivenza su larga scala genera maggiori
conflitti. Basti pensare, per fare un esempio, ai luoghi di aggregazione della vita notturna, che spesso alimentano problematiche sul fronte della sicurezza
e sono meno frequenti in zone rurali o piccoli paesi».

Azioni di contrasto alla criminalità, per presidiare meglio il territorio, possono tradursi in un maggior numero di denunce.
«L’organizzazione del lavoro notturno delle forze di Polizia è spesso deficitario. Oltre alla videosorveglianza su cui stiamo investendo molto servirebbe
un maggiore presidio durante le ore notturne», lamenta Greco, commentando i dati della Capitale, sottolineando come però il potere dell’amministrazione comunale
resti limitato. «Il Comune – spiega – affronta la situazione bendato perché non conosce i dati puntuali sui reati commessi per poter impostare azioni
mirate di contrasto. Investiamo per diminuire il degrado nelle aree dismesse e aumentare il controllo del territorio,
ma per il resto la responsabilità del sindaco è limitata».

Alle complessità delle grandi città si affianca, in alcuni territori, una maggiore propensione alla denuncia.
Questo aspetto emerge in modo evidente, affiancando i dati di Milano (6.952 reati ogni 100mila abitanti)
a quelli molto inferiori di Napoli (4.479) o di Palermo (3.936).

La mappa delle persone denunciate

Numero di segnalazioni relative a persone denunciate e arrestate o fermate dalle forze di polizia nel 2024.
Per provincia con incidenza (%) di minori e di stranieri

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Resta più difficile, infine, stimare l’impatto della maggiore o minore propensione alla denuncia.
Sono davvero poche – e datate – le indagini che misurano il tasso di vittimizzazione della popolazione. «Al netto di fenomeni per cui una
maggiore sensibilità si traduce in più denunce, come violenze sessuali o bullismo, per il resto non abbiamo evidenza che la propensione degli italiani a
denunciare sia cambiata nel tempo. È correlata a vari aspetti, che però sono rimasti pressoché stabili rispetto a 15 anni fa», conclude Dugato.

Al di là dei fenomeni più gravi, come l’omertà legata alla criminalità organizzata, o dei reati per cui la maggiore sensibilità si traduce in più denunce
(come per violenze sessuali o bullismo), non esistono però studi recenti che certificano la differente propensione a denunciare.
Influenzata dalla necessità o utilità di farlo (ad esempio per motivi assicurativi) oppure dalla volontà di evitare un concorso di colpa,
per il resto è in generale legata al senso civico, alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ma è difficile comprendere se questi aspetti siano cambiati
nell’ultimo decennio.

Milano, Firenze, Bologna e Torino

Osservando le statistiche nel tempo, si segnala un lieve decremento (-2%) dei reati segnalati nell’area metropolitana di Milano,
dove il tasso ogni 100mila abitanti sfiora il record dei 7mila illeciti, per un totale di 225.786 denunce di reato in dodici mesi, in media 618 al giorno.
A Milano, nonostante la ripresa post pandemia della criminalità, tornata ai livelli del 2018, l’area metropolitana resta comunque molto lontana dai volumi di
reati registrati tra il 2006 (290.652 illeciti) e il 2014 (258.559).

Nelle altre grandi città che occupano la top ten, invece, è netto l’aumento dei reati: +7,4% rispetto al 2023 a Firenze, dove per
incontrare volumi superiori a quelli del 2024 bisogna risalire fino al 2007; +5,9% a Roma, dove l’incremento delle denunce di reato è stato addirittura del 23%
rispetto al 2019 e livelli paragonabili sono stati registrati solo nel 2013-2014. Anche a Bologna e Torino gli incrementi sono marcati,
rispettivamente del 9,6 e 2,7 per cento su base annua, ma lo stock dei reati resta inferiore a quello registrato un decennio prima.

Il trend degli omicidi

Numero di omicidi volontari

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«I numeri aggregati racchiudono realtà molto diverse tra loro, ma le azioni messe in campo, dai controlli più capillari, alle telecamere,
alla sensibilizzazione dei cittadini, hanno probabilmente favorito una maggiore emersione dei reati che prima non venivano individuati e delle denunce»,
spiega il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Che aggiunge: «Non bisogna abbassare la guardia. Continuo a ritenere necessario un rafforzamento del presidio
sul territorio: servono più pattuglie, più uomini e più mezzi ed è importante che governo e ministero dell’Interno ne prendano atto e adottino scelte conseguenti».

Entrando nel dettaglio di alcune tipologie di reato, spiccano alcune evidenze.
A Bologna nel 2024 ci sono state 701 rapine in pubblica via (+34% sul 2023), un dato mai così elevato dal 2006 ad oggi.
A Roma sono state 2008 (+22%), anche in questo caso un picco nella serie storica, superato solo una volta nel 2014.
Si segnalano, inoltre, altri due record registrati nell’ultimo anno rispetto alla serie storica dal 2006: a Firenze l’anno scorso sono stati denunciati 11.051 furti con destrezza (+48% su base annua);
a Roma 33.431 (+4,8%).



Fonte: Il Sole 24 Ore