Inflazione e dazi, le sfide di Ishiba premier senza maggioranza

Inflazione e dazi, le sfide di Ishiba premier senza maggioranza

Gli effetti dello spostamento al centro

Secondo diversi osservatori, oltre all’inflazione e all’impossibilità di chiudere un accordo commerciale con gli Stati Uniti, il partito di Ishiba ha scontato il suo spostamento verso il centro dopo la fine della lunga leadership di Shinzo Abe. Lasciare scoperto il fianco destro ha causato un travaso di voti verso i conservatori “tradizionali” del Democratic Party for the People, passati da 4 a 17 seggi, e verso i populisti di destra di Sanseito, saliti da 1 a 14.

Il partito fondato su YouTube dal 47enne Sohei Kamiya è stato il grande protagonista della campagna elettorale e potrebbe giocare un ruolo centrale anche nella prossima stagione politica, visto che è l’unico schieramento che, per il momento, non ha escluso di poter soccorrere il governo sui temi che gli sono cari, come l’immigrazione e una generica difesa degli stakeholder rispetto agli interessi degli azionisti.

«Rispetto ai suoi corrispettivi europei, Sanseito ha alcune peculiarità», spiega il direttore dell’Institute for Geoeconomics Kazuto Suzuki. «Per esempio, pur volendo mettere dei paletti a ciò che uno straniero può fare nel Paese – spiega – non si è mai presentato come apertamente xenofobo, fermandosi sempre un attimo prima». L’altra specificità riguarda i suoi bacini elettorali. «Sanseito – spiega Michito Tsuruoka della Keio University – raccoglie il grosso dei consensi nei grandi centri urbani come Tokyo e Osaka e non nelle province, come invece fanno i populisti nel resto del mondo».

La reazione composta della Borsa di Tokyo

Con la Borsa di Tokyo chiusa per festività, ieri gli investitori hanno reagito in maniera composta alla sconfitta di Ishiba. In parte perché negli ultimi giorni i mercati obbligazionari avevano già “prezzato” la prospettiva di un incremento della spesa pubblica portato dal maggiore potere negoziale dei partiti di opposizione. In parte perché la coalizione di governo ha rimediato una sconfitta meno pesante di quella annunciata dagli exit poll di domenica e Ishiba non si è dimesso. Lo yen è rimasto tutto sommato stabile.

Gli occhi degli investitori sono ora puntati sul vice governatore della Bank of Japan Shinichi Uchida che domani potrebbe dare indicazioni sui tempi delle prossime scelte di politica monetaria. Secondo Roberto Mialich, Global FX Strategist di UniCredit, l’atteso rialzo di un quarto di punto dei tassi d’interesse, così da sostenere lo yen e calmierare in parte l’inflazione, potrebbe arrivare a ottobre o, al più tardi, a dicembre.

Fonte: Il Sole 24 Ore