Inflazione, visti per lavoratori qualificati, Siria: il mondo Maga contro Trump
In una recente intervista con Laura Ingraham della Fox news, il presidente americano Donald Trump ha difeso i visti per i lavoratori qualificati. «Bisogna anche attrarre talenti», ha detto Trump. «Abbiamo un sacco di persone di talento qui», ha risposto Ingraham. «No, non ce l’hai, no, non ce l’hai», ha risposto Trump, spingendo Ingraham a insistere sulla presenza di lavoratori americani di talento in patria. «Non hai talenti specifici e le persone devono imparare. Non puoi togliere una persona dalla lista di disoccupazione e dirle: ”Ti metterò in una fabbrica e costruirai missili”», ha detto Trump.
Quelle del presidente americano sono dichiarazioni sorprendenti se si pensa che solo a settembre sorso ha firmato un ordine esecutivo che ha aumentato le spese per la richiesta del visto H-1B per i lavoratori qualificati a 100.000 dollari, rispetto ai 2.000-5.000 dollari che si pagavano prima. Dichiarazioni che hanno scatenato sui social network critiche e indignazione nel mondo MAGA (acronimo per Make America Great Again) con attivisti di destra che hanno parlato di «follia» del presidente e hanno preconizzato altre sconfitte elettorali dopo quelle di inizio novembre. Steve Bannon, ex stratega di Trump, voce vicina al movimento MAGA, ha sbottato nel suo podcast War Room: «Penso che abbiamo abbastanza persone, finché tutti non avranno un lavoro ben pagato e di alto valore».
Non importa che il Segretario al Tesoro Scott Bessent abbia difeso la posizione del presidente citando settori come la cantieristica navale e i semiconduttori. «Un americano non può avere quel lavoro perché negli Stati Uniti non costruiamo navi da anni, non costruiamo semiconduttori, quindi questa idea di partner stranieri che arrivano, insegnano ai lavoratori americani e poi tornano a casa, è un successo», ha detto Bessent a Fox News. Non importa quello che dice Bessent perché i MAGA sono scontenti e i visti per i lavoratori qualificati, uno strumento difeso a suo tempo da Elon Musk e Vivek Ramaswamy, sono solo un argomento contro l’operato del presidente che hanno contribuito a far rieleggere.
Non solo sui lavoratori qualificati ma anche sugli studenti stranieri Trump ha sorpreso la sua base. Dopo aver ingaggiato una lotta con le università dell’Ivy League e in particolare contro Harvard, il presidente dà risposte spiazzanti nella stessa intervista con Igraham che introduce un argomento caro ai MAGA: la Cina e la sua crescente presenza negli Stati Uniti. «La gente non è entusiasta dell’idea di centinaia di migliaia di studenti stranieri negli Stati Uniti», osserva la giornalista. «Lei ha detto che fino a 600.000 studenti cinesi potrebbero venire negli Stati Uniti». Perché quando così tanti ragazzi americani vogliono andare a scuola, e questi posti non sono adatti a loro, invece queste università si stanno arricchendo con i soldi cinesi?» Trump risponde semplicemente dicendo di voler «andare d’accordo con il mondo» e sottolinea che gli Stati Uniti hanno «un enorme sistema di college e università».
Altro motivo di insoddisfazione è il costo della vita, quell’inflazione che ha spinto Trump di nuovo alla Casa Bianca e che doveva essere in cima alle preoccupazioni del presidente, non sembra essere un problema risolto. Alcuni sostenitori del mondo Maga sostengono che l’insistenza di Trump sul fatto che il costo della vita stia diminuendo non ha senso. Marjorie Taylor Greene, repubblicana di estrema destra della Georgia, ex fedelissima del presidente, ora delusa dal suo partito e da Trump su alcune questioni, ha contestato la narrazione del tycoon, affermando in un’intervista alla Cnn che «l’accessibilità economica è un problema». «Vado io stessa a fare la spesa», ha detto. «I prezzi dei generi alimentari rimangono alti. I prezzi dell’energia sono alti. Le mie bollette dell’elettricità sono più alte qui a Washington, D.C., nel mio appartamento, e sono più alte anche a casa mia a Rome, in Georgia, più alte di quanto non fossero un anno fa».
Fonte: Il Sole 24 Ore