Influenza aviaria: cosa sappiamo e dove sono i focolai in Italia

Influenza aviaria: cosa sappiamo e dove sono i focolai in Italia

Negli ultimi due anni, negli Stati Uniti sono stati confermati 68 casi umani e un solo decesso. Finora non esistono prove di trasmissione da uomo a uomo, ma gli esperti sottolineano che più il virus circola, maggiore è la possibilità che si adatti e acquisisca questa capacità. Per questo è raccomandato l’uso di dispositivi di protezione individuale, un monitoraggio costante dei lavoratori agricoli e il rafforzamento delle misure di biosicurezza.

I focolai in Italia

In Italia l’attenzione è alta, soprattutto nel Nord, dove si concentra la gran parte dei casi. L’ultimo mese ha visto una serie di focolai distribuiti tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia.

Il primo caso autunnale è stato segnalato a Povoletto, in provincia di Udine: tutti i capi dell’allevamento colpito sono stati abbattuti ed è stata istituita un’area di protezione anche nei comuni limitrofi, con una zona di sorveglianza estesa fino a Udine.

In Veneto il virus è comparso in anticipo di due mesi rispetto alla scorsa stagione, colpendo un allevamento di tacchini a Oppeano, nel Veronese. Gli allevatori hanno espresso preoccupazione per le ricadute economiche, con la regione che aveva già rafforzato le misure preventive.

In Piemonte, nella zona di Occimiano (Alessandria), il focolaio ha interessato un allevamento da 35.000 capi: gli animali sono stati abbattuti e i movimenti del bestiame sono stati bloccati per procedere ai controlli negli allevamenti limitrofi. Pochi giorni dopo, intorno al 22 ottobre, è stato scoperto un secondo focolaio poco distante, con altri 60.000 capi abbattuti. Le autorità regionali parlano di situazione sotto controllo, ma la vigilanza resta alta.

Fonte: Il Sole 24 Ore