Influenza aviaria, primo caso di contagio umano in Gran Bretagna

Influenza aviaria, primo caso di contagio umano in Gran Bretagna

Un caso di contagio umano con l’influenza aviaria è stato confermato lunedì 27 gennaio dalle autorità sanitarie britanniche nel Regno Unito. La persona che ha contratto l’infezione lavorava in una fattoria ed era a contatto con un vasto numero di polli contagiati in un allevamento. Secondo la Uk Health and security agency, il rischio di una diffusione più ampia fra le persone che non svolgono lo stesso mestiere «continua a essere molto basso». Quello inglese è il primo caso europeo: secondo l’Oms, infatti, degli 81 casi di influenza aviaria segnalati nel mondo nell’ultimo anno, 66 sono negli Stati Uniti, 10 in Cambogia, 2 in Vietnam e uno ciascuno in Australia, Canada e Cina.

Il caso in questione è stato individuato nella regione delle West Midlands, nell’Inghilterra centrale. Il paziente è stato ricoverato in un reparto di alta specializzazione per la cura delle conseguenze delle malattie infettive, ma complessivamente sta bene ed è in via di guarigione, fa sapere la Uk Health and security agency in un comunicato. La persona contagiata è stata colpita dal virus A(H5N1), mentre gli esemplari avicoli da cui è stato infettato avevano contratto l’infezione legata al genotipo DI.2, diverso da quello rilevato nei focolai tornati a manifestarsi di recente fra volatili e mammiferi negli Usa. Le autorità sanitarie britanniche hanno inoltre ricordato come non ci sia evidenza finora nella letteratura medico-scientifica di alcun caso di contagio da uomo a uomo con questo virus, ma solo (e in rare circostanze di stretto contatto) da animale a uomo.

L’allarme per la diffusione dell’influenza aviaria negli allevamenti, anche italiani, continua però a salire. Nel nostro Paese si contano ormai 53 focolai: di questi, 24 sono concentrati in Veneto, in particolare nella provincia di Verona, mentre i restanti sono in Lombardia, prevalentemente nella provincia di Mantova. L’allerta è inoltre molto alta negli Stati Uniti, in particolare nello Stato della Georgia: dall’inizio della nuova epidemia di aviaria, cominciata nel 2022, sono state interessate quasi 650 aziende per un totale di circa 130 milioni di volatili. La Georgia è tra i principali produttori di carne di pollo negli Usa, con 1,3 miliardi esemplari allevati, ed è anche tra i primi per le galline ovaiole.

 

Proprio lunedì 27 gennaio, durante il consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, il ministro italiano Francesco Lollobrigida ha notificato alla Commissione europea la richiesta di attivazione dei fondi della Riserva agricola per indennizzare gli allevatori danneggiati dal blocco delle attività produttive a causa della diffusione delle malattie animali, tra cui appunto l’influenza aviaria. «In Italia – ha ricordato Lollobrigida – sull’influenza aviaria stiamo investendo importanti risorse sul miglioramento della biosicurezza e sulla divulgazione delle buone pratiche, per evitare la diffusione del virus tra gli allevamenti. Servono però risorse per indennizzare gli allevatori danneggiati dal blocco delle attività produttive e dal deprezzamento dei prodotti».

Fonte: Il Sole 24 Ore