
Infrastrutture subacquee, varato il sistema di protezione targato Fincantieri
Via al primo sistema, targato Fincantieri, per la protezione, lo sviluppo e il mantenimento in servizio delle infrastrutture critiche subacquee, oltre che per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente marino: si chiama Deep e viene definito un “sistema di sistemi”, con la caratteristica di essere modulare, scalabile (cioè in grado di sostenere aumenti e diminuzioni dei carichi di lavoro) e cyber-sicuro. È stato installato, a scopo dimostrativo, presso il Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare italiana alla Spezia; e ieri è stato presentato ufficialmente.
Per proteggere in modo efficace infrastrutture quali condotte sottomarine, cavi elettrici e di telecomunicazione (ma se installato in ambienti più circoscritti, può svolgere le stesse funzioni in porti e installazioni offshore), Deep integra quattro componenti chiave: in primis, una barriera acustica (Early warning system) che funge da sistema di allarme ed è in grado di rilevare la presenza di eventuali intrusi nel volume d’acqua sorvegliato e di tracciarne la posizione. L’Ews è basato su sensori idrofonici in fibra ottica ed è installabile fino a 100 chilometri di distanza dall’asset da proteggere.
Secondo componente fondamentale è una squadra di droni subacquei autonomi (Auv) per il riconoscimento di anomalie e potenziali minacce e per la mappatura del fondale e dell’infrastruttura. I veicoli sono dotati di sensori acustici, ottici e ambientali, nonché di capacità di calcolo in tempo reale. Poi c’è il software di comando e controllo (Underwater management system – Ums) che integra e fonde i dati raccolti dai sensori e dai droni, consentendo una rapida gestione complessiva della soluzione. Infine un sistema basato sull’intelligenza artificiale di analisi e riconoscimento dei dati, che consente l’elaborazione accurata delle immagini e il riconoscimento degli elementi presenti sul fondale marino. In sostanza, i droni sono equipaggiati con avanzati algoritmi basati sull’Ai, che permettono un’accurata elaborazione delle immagini e il riconoscimento automatico dei bersagli.
Deep, spiegano i tecnici di Fincantieri, «valorizza sia le tecnologie avanzate dell’azienda che quelle di una filiera nazionale di pmi e università, offrendo una soluzione su misura per esigenze civili e di difesa. La sua architettura si fonda su resilienza, modularità e sicurezza (safety & cyber), assicurando continuità operativa e adattabilità anche in ambienti ostili e sotto condizioni di minaccia complesse».
Grazie al design modulare, Deep può essere integrato anche con veicoli autonomi di superficie come il Sand (Unmanned surface vehicle di Ids, controllata di Fincantieri) e sensori antidrone avanzati, come Omega360 (prodotto da Fincantieri), estendendo, così, la sorveglianza e la protezione anche ad aree non sottomarine.
Fonte: Il Sole 24 Ore