
Inps: nel 2024 l’età media di pensionamento salita a 64,8 anni
Un costo di 364 miliardi delle prestazioni previdenziali, 355 miliardi per gli assegni erogati dall’Inps. Che, dopo l’inasprimento negli ultimi tre anni dei requisiti per l’accesso alle “Quote”, mostrano nel 2024 una riduzione del 9% dei trattamenti anticipati, mentre salgono del 14,5% quelli di vecchiaia e dell’11,8% le invalidità. Una crescita marcata anche per gli assegni pensionistici di natura assistenziale, lievitati lo scorso anno del 6,5% (+2,9% per quelli previdenziali). Sono alcuni dei dati del XXIV Rapporto annuale Inps (2024), presentato alla Camera dal presidente dell’Istituto, Gabriele Fava. Che ha sottolineato come l’Inps abbia accolto la sfida del nuovo welfare poliedrico con una visione innovativa, avviando un percorso di ripensamento della propria “mission” per «migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi offerti passando da una logica centrata sull’adempimento a una orientata al risultato».
Il report mette in evidenza che l’8,5% dei pensionati continua a lavorare a un anno del pensionamento (il 68% ha un trattamento anticipato) e che tra gli ex percettori di Reddito di cittadinanza la quota degli occupati è salita al 29%. Positiva la performance dell’Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e lavoro. La platea degli assicurati Inps (oltre 27 milioni) è cresciuta dell’1,5% sul 2023 e del 5,9% dal 2019 (+28.8% da Paesi extra Ue). Nel 2023 sono rientrati in Italia 40mila “cervelli”.
Nel 2024 oltre 27 milioni di assicurati Inps: +5,9% sul 2019 (con una crescita al 28,8% da Paesi extra-Ue)
Lo scorso anno gli assicurati Inps hanno superato i 27 milioni: +1,5% sul 2023 e +5,9% sul 2019 (circa 1,5 milioni in più di cui 719mila under 34). Una crescita quest’ultima che è risultata maggiore tra le donne (+6,7%) che tra gli uomini (+5,2%), nelle regioni del Sud (+7,4%) che nelle aree del Centro-Nord (+5,3%). E che si è rivelata “particolarmente rilevante” tra i lavoratori provenienti da Paesi non comunitari (+28,8%), mentre diminuisce l’incidenza dei lavoratori in arrivo da Stati dell’Ue a 27. In aumento anche gli under 34: +11,2% rispetto al 2019.
Quasi 20,8 milioni di lavoratori dipendenti: il 13,7 stranieri da aree extra Ue-15. Effetto taglio-cuneo sulle retribuzioni
I lavoratori dipendenti nel 2024 erano quasi 20,8 milioni: l’86,3% italiani e dalla Ue-15 e il 13,7% da altre aree dell’Unione europea o provenienti da Stati extra-Ue. L’Inps evidenzia che le retribuzioni annuali dei dipendenti iscritti all’Inps sono aumentate tra il 2019 e il 2024 del 10,3%. Una crescita dovuta al recupero dell’inflazione, ai rinnovi contrattuali ma anche al taglio del cuneo.
Si intensifica il rientro dei “cervelli”: 40mila nel 2023
Dal report dell’Inps emerge che le agevolazioni fiscali introdotte negli ultimi anni per favorire il rientro dei “cervelli” stanno producendo alcuni effetti: lo stock di beneficiari, che era di 1.700 soggetti nel 2016, è lievitato a 40mila nel 2023: con le donne che rappresentano circa il 30-40% e gli “under 40” il 60-70%. Complessivamente gli italiani rientrati sono il 70-80% del bacino (tenendo conto che le misure adottate riguardavano anche gli stranieri).
Fonte: Il Sole 24 Ore