Insegnare (e praticare) la leadership in barca a vela

Insegnare (e praticare) la leadership in barca a vela

Le capacità di comando e di valorizzare gli altri, le attitudini relazionali e le competenze per essere un buon manager (e un buon capo) si possono apprendere anche fuori da una classica aula di formazione. Per esempio in mare. E se il mare è quello di metà maggio di Cala dei Sardi, meravigliosa marina nel cuore della Costa Smeralda, fra Cala di Volpe e Porto Rotondo, significa aver “respirato” concetti e teoremi di leadership partecipando alla Regatta 2025, l’evento internazionale di vela organizzato ogni anno dal Sailing Club di Polimi Graduate School of Management. Un appuntamento che coniuga la passione per la vela e la competizione sportiva (si tratta pur sempre della tappa italiana della MBA Sailing League, circuito di regate internazionali che vede protagoniste più di una ventina fra le migliori business school europee) e l’opportunità di fare learning e networking in modo esperienziale.

Il tema della leadership è uno dei collanti che hanno segnato le attività e i momenti di condivisione della tre giorni, perché sulle barche di classe J/24 la strategia e la componente decisionale sono aspetti fondamentali tanto quanto l’abilità individuale e il rispetto dei ruoli fra i vari componenti dell’equipaggio. Anche sulle imbarcazioni da crociera con a bordo skipper esperti, il tema dell’esercizio del comando e di indirizzare azioni in modo mirato è risultato centrale rispetto a un’impostazione pensata per favorire l’apprendimento e la partecipazione inclusiva. Un centinaio sono stati i partecipanti di questa edizione fra studenti, alumni, imprenditori e leader provenienti da diversi continenti, e sei le scuole di formazione manageriale scese in gara, vale a dire Instituto De Empresa, London Business School, Bocconi, Oxford, Rotterdam School Of Management, oltre naturalmente a Polimi GSoM.

Paolo Sito, presidente del Sailing Club, già alumno della business School del Politecnico e gran cerimoniere dell’evento, ha ribadito ancora una volta come la vela sia molto più di uno sport, «un laboratorio a cielo aperto dove si allenano leadership, capacità di adattamento e spirito di squadra», e come questo progetto sia nato con l’intento di offrire alla comunità degli alumni «un contesto unico in cui mettere alla prova le proprie competenze in modo concreto e sfidante».

A colloquio con il Sole24Ore.com, Sito è tornato all’esperienza personale del master, definendola «decisiva e importantissima per la carriera professionale e non solo», e al “magic monent” (era la primavera del 2010) che l’ha visto prendere la decisione di salire per la prima volta su una barca a vela, entrando a far parte dell’equipaggio che avrebbe rappresentato il MIP (l’allora business school) del Politecnico di Milano a una regata internazionale in calendario qualche settimana più tardi ad Atene. E proprio quella prima regata, come ha ricordato con il sorriso il manager, è stata l’occasione per vivere la sua prima lezione di leadership fra le onde: «Lo skipper ci insegnò il concetto del sapersi prendere carico delle responsabilità e del prendere decisioni strategiche, trasferendoci pienamente il significato di affidarsi a una figura di riferimento e competente con la consapevolezza di essere nelle mani giuste». Lo skipper era Ugo Alvazzi Del Frate, tutt’ora membro di spicco del Sailing Club, e la sua lezione di leadership avvenne nel pozzetto di una barca che aveva preso una direzione opposta a quella di tutti gli altri equipaggi e che alla fine delle regate si piazzò al secondo posto su venti imbarcazioni partecipanti. «Il genio non si discute, si può solo ammirare», ha scritto Sito in un post alcuni anni dopo ricordando quella sua prima esperienza, sottolineando come si possa essere leader anche «con poche parole ma quelle giuste» e come «non bisogna aver paura quando si realizzano i propri progetti con grande consapevolezza».

Regole che Gianfranco Bacchi, presidente dello Yacht Club Cala dei Sardi e 122esimo Comandante dell’Amerigo Vespucci, conosce molto bene, perché pochi come lui sono abituati a vivere, come lui stesso le ha definite, «in comunità galleggianti composte da individui con linguaggi diversi». Un progetto come la GSOM Polimi Regatta, ha sottolineato a margine dell’evento, «costituisce un’occasione imperdibile per esplorare le relazioni interpersonali, leggere le reazioni e capire i gesti istintivi, perché il gioco di squadra non è solo il frutto di sincronizzazione ma il risultato di un lavoro costante per trovare quell’insieme di gesti e parole che permettono di vedere la missione sotto un’unica prospettiva». Sono bastati in effetti pochi minuti di conoscenza con Bacchi, l’unico ad aver comandato la Vespucci per due anni consecutivi (nel biennio 2020-2021) e il secondo ad averla guidata all’interno del canale e del porto di Taranto, per riconoscerne il carisma da leader. «Fare strategia – ci ha spiegato a bordo della barca giuria di Regatta – è partire da informazioni certe, e il valore della strategia nasce da come queste informazioni si gestiscono per prendere le decisioni migliori». Un esempio? Può bastare un bastone con appeso un filo di lana per capire la direzione esatta del vento e posizionare di conseguenza, nel punto più idoneo, le boe che segnano il campo di gara.

Fonte: Il Sole 24 Ore