
Intelligenza artificiale, Foncoop stanzia 6 milioni per la formazione alle aziende
Nell’attuale scenario in cui il digitale e l’ecologico ridefiniscono profondamente i paradigmi produttivi e organizzativi, la formazione continua è la leva fondamentale per sostenere il cambiamento. La doppia transizione non è più una sfida del prossimo futuro, ma una necessità urgente del presente, che chiama le imprese a un ripensamento strutturale delle competenze, dei ruoli, delle modalità di lavoro e della cultura interna.
Sei milioni per la formazione
Per rispondere a questa sfida, Foncoop lancia un’iniziativa che mette a disposizione 6 milioni di euro per sostenere percorsi formativi incentrati su Intelligenza artificiale e fattore umano, nonché sulla diversità generazionale intesa come fattore di spinta alla crescita e di apertura all’innovazione.
La governance dell’Intelligenza artificiale
Foncoop (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua nelle imprese cooperative e nelle realtà dell’economia sociale e civile) riconosce che l’evoluzione tecnologica è un’opportunità strategica per le imprese, tuttavia, è necessario che l’Intelligenza Artificiale venga introdotta e governata con una diffusa consapevolezza sui benefici come sui rischi, rafforzando le competenze per un uso efficace, integrato, articolato. Sono pertanto promossi percorsi formativi che valorizzino la complementarità tra innovazione digitale e lavoro.
La cultura della collaborazione uomo-macchina
«Sostenere l’adozione consapevole dell’Intelligenza Artificiale non significa solo formare competenze digitali e tecniche – afferma il presidente di Foncoop, Marco Menni – ma anche coltivare capacità critiche, etiche, relazionali e creative. Significa promuovere una cultura della collaborazione uomo-macchina, dove l’intelligenza artificiale non sostituisce l’essere umano, ma lo potenzia».
La ricchezza della diversità generazionale
Accanto alla trasformazione digitale, l’Avviso lanciato riconosce centralità alla ricchezza intergenerazionale all’interno delle organizzazioni e delle imprese, dove almeno quattro generazioni attive interagiscono quotidianamente a partire dalle rispettive – e spesso distanti – aspettative e visioni del lavoro e delle competenze. Gestire questa diversità è una sfida cruciale, ma anche un’occasione per costruire modelli organizzativi più dinamici, agili e creativi. Attraverso strumenti come il reverse mentoring, la formazione tra pari e i percorsi di aggiornamento congiunti, le imprese possono trasformare le differenze d’età in un vantaggio competitivo concreto, impostando una governance in grado di valorizzare l’incontro e lo scambio tra generazioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore