Intelligenza artificiale:Broadcom scommette sui chip personalizzati

Intelligenza artificiale:Broadcom scommette sui chip personalizzati

Da un lato, la volontà di presentarsi sempre di più quale unico fornitore di hardware e software su diverse tecnologie. Dall’altra, la spinta verso soluzioni personalizzate per la clientela. Il tutto – unitamente al pressing sul contenimento dei costi- legato dal fil rouge dell’Intelligenza artificiale (Ia). Così possono riassumersi – in linea di massima – alcuni dei focus di Broadcom a sostegno del business.

L’oggetto sociale

Già, il business. Per meglio cogliere i perché delle priorità aziendali è dapprima corretto ricordare l’oggetto sociale del gruppo. Il colosso Usa – che secondo companiesmarketcap.com è l’ottava azienda al mondo per capitalizzazione – divide l’attività in due aree: l’Infrastructure Software e le Semiconductor Solutions. Il primo segmento -business storico dell’azienda – comprende la progettazione e realizzazione di microchip per diverse finalità: dalla gestione dei flussi di dati nei data center alla connessione wireless fino ai set-top-box e i sistemi di archiviazione. Appannaggio della seconda, invece, ci sono i software -ad esempio -per gestire App in ambienti differenziati (dalle piattaforme edge al cloud) oppure automatizzare i processi informatici. Senza dimenticare, poi, le soluzioni utili a gestire le reti, in fibra ottica, che collegano server e dispositivi di archiviazione.

Ebbene: la prima area – fino a qualche anno fa- era la più rilevante. Nell’esercizio 2022 -2023, ad esempio, valeva circa il 79% dell’intero giro d’affari. Sennonché, in scia all’acquisizione di VMware la situazione è mutata. Nel 2023-2024 il peso dell’Infrastructure Software è salito al 42%. L’obiettivo- in tal senso -è chiaro: Broadcom, contestualmente alla diversificazione dell’offerta e quindi alla riduzione del rischio – vuole presentarsi come un soggetto che propone soluzioni hi tech su vari fronti. Un modo, da un lato, per aumentare l’engagement col cliente/utente; e, dall’altro, per conseguire sinergie tra il prodotto software e quello hardware.

M&A e marginalità

Tutto facile come bere un bicchiere d’acqua, quindi? La realtà è più complicata. Tra le leve attraverso cui Broadcom persegue il target descritto c’è l’M&A. Una strategia la quale comporta in sé diversi rischi. Tra questi, quello dell’esecuzione dello shopping con la conseguente possibile diluizione della marginalità. Riguardo al fronte in oggetto la società, alla fine dell’esercizio 2022-2023, vantava un Gross Margin (rapporto tra margine industriale e ricavi) GAAP del 69% mentre l’Operating margin (rapporto tra Ebit e fatturato) era, sempre al livello GAAP, del 45%. Successivamente, nell’anno fiscale 2023-2024, i suddetti indicatori sono calati, scendendo rispettivamente al 63 e 23%. Si tratta di una dinamica che è l’effetto -per l’appunto – dell’acquisizione da parte del gruppo di VMware. In particolare hanno inciso gli ammortamenti di asset intangibili legati all’operazione straordinaria: sia a livello di Gross Margin che di Operating margin. Inoltre, sempre in scia all’integrazione di VMware, hanno pesato i maggiori oneri operativi legati all’integrazione. Chiaro come, in un simile contesto, la marginalità abbia battuto in testa.

Fonte: Il Sole 24 Ore