Interporti, approvata la riforma: «Una spinta all’intermodalità»
Svolta storica nella logistica italiana: dopo 35 anni, la riforma degli interporti è legge. Il testo, già approvato lo scorso mese di luglio dal Senato, ha ottenuto ieri il via libera definitivo alla Camera con 132 sì, 76 no e 2 astenuti. Un passaggio fondamentale, che segna il superamento della legge 240 del 1990, ormai non più adeguata alle esigenze del settore.
La riforma, spiegano gli operatori, rappresenta una spinta decisiva all’intermodalità. L’interporto, infatti, è il luogo dove avviene materialmente l’incrocio tra differenti modalità di trasporto (strada e ferrovia) e dove si effettua il trasbordo delle merci dal camion al treno e viceversa.
La nuova disciplina è composta di 8 articoli e definisce l’interporto come infrastruttura strategica di interesse nazionale e istituisce un Comitato nazionale per l’intermodalità; sarà il ministero delle Infrastrutture (Mit) a effettuare la ricognizione degli interporti esistenti ed approvare un piano generale per l’intermodalità; i gestori opereranno in regime privatistico, con possibilità di acquisire la proprietà delle aree; il numero massimo di interporti sarà 30, con priorità ai progetti più rilevanti.
La soddisfazione di Uir
Dice Matteo Gasparato, presidente di Uir (Unione interporti riuniti), che ha fatto di questa riforma la bandiera del suo mandato: «Si tratta di un grande risultato: la nuova legge quadro recepisce in larga parte la visione promossa dalla Uir, volta a dare al sistema interportuale italiano un assetto normativo moderno e coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e intermodalità. Inoltre, il testo rappresenta senza dubbio una buona base, da cui partire in seguito per ulteriori migliorie. Per questo – prosegue Gasparato – la Uir esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal legislatore e, al tempo stesso, va dato il giusto merito al Governo per la grande sensibilità in materia e per aver voluto fortemente riformare, dopo 35 anni, il settore. Segno di una reale e rara considerazione e, quindi, del riconoscimento tangibile del valore di asset strategico per il Paese attribuito alla interportualità. Ora – conclude Gasparato – ci attende l’avvio di una fase attuativa che sappia tradurre efficacemente i principi della legge in misure concrete, capaci di sostenere lo sviluppo, la sostenibilità e l’equilibrio territoriale del sistema interportuale nazionale».
Per gli interporti, in un contesto internazionale sempre più competitivo, questa legge rappresenta un’opportunità concreta per rafforzare il ruolo strategico dell’Italia nella logistica euro-mediterranea, valorizzando una rete che già oggi vede cinque interporti italiani tra i primi dieci in Europa. In definitiva, finalmente si dà atto in maniera inequivocabile che l’intermodalità e il sistema degli interporti italiani rappresentano una parte non trascurabile dell’ossatura del nostro Paese, alla stregua di altre reti e infrastrutture strategiche.
Fonte: Il Sole 24 Ore