
Intesa Sanpaolo, in Usa operazioni per 50 miliardi $. Focus su infrastrutture
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – “A valle degli sconvolgimenti di questi ultimi anni, la scelta di puntare ancora di più sugli Stati Uniti è nei numeri” e le tensioni commerciali che ci sono state “non hanno intaccato questa nostra convinzione”: Intesa Sanpaolo vuole consolidare la presenza nelle attività di Corporate&Investment Banking sul mercato statunitense che già ora è il primo dopo quello italiano per l’istituto e che “siamo convinti – spiega Mauro Micillo, head della divisione Imi Cib – possa ulteriormente crescere nei prossimi anni”.
Il fattore Usa è atteso essere il primo motore dello sviluppo delle attività internazionali che saranno “un elemento trainante” della divisione per i prossimi anni e che già hanno conosciuto “una crescita imponente”: negli ultimi 10 anni, al netto delle attività di trading, la quota dei clienti internazionali è passata dal 30% a oltre il 50%. Negli ultimi tre anni – è emerso nel punto fatto a Washington dove Micillo e i responsabili delle sottodivisioni stanno partecipando alle riunioni annuali del Fondo monetario internazionale insieme al capo economista del gruppo Gregorio De Felice – Intesa Sanpaolo ha partecipato a operazioni del valore complessivo di 50 miliardi di dollari, in particolare su settori come le telecomunicazioni, le infrastrutture di trasporto ed energetiche, i data center, le rinnovabili. Dal finanziamento di 3,4 miliardi di dollari per il data center da 300 MW del progetto Bighorn in Nevada alle linee di credito per 8,8 miliardi del parco eolico di SunZia in New Mexico a quelle per 6,6 miliardi per il New Terminal One dell’aeroporto Jfk di New York.
Nella finanza di progetto gli Stati Uniti viaggiano a ritmi di crescita del 20% annuo in termini di volumi tra il 2018 e il 2024 e l’attività di Imi Cib, a livello globale, si è incrementata del 34% annuo nello stesso periodo. Il 2025, nonostante le turbolenze, sta mostrando numeri importanti: nei primi otto mesi, i volumi globali del project finanze hanno superato i 200 miliardi di euro e la divisione di Intesa Sanpaolo è stata impegnata in operazione per oltre 30 miliardi di euro, il 15% del totale. Ad aprile, dopo il Liberation Day (il giorno dell’annuncio dei dazi da parte del presidente Trump), osserva Micillo, “ci sono state tre settimane con mercato fermo ma adesso non solo abbiamo recuperato quella frenata ma si sta andando in una direzione positiva. Eravamo ottimisti perché convinti che la discesa dei tassi di interesse, la normalizzazione delle curve di rendimento e la compressione degli spread avrebbero fatto ripartire in maniera consistente le attività di corporate&investment banking. Le trimestrali delle banche americane di questi giorni hanno dato indicazioni favorevoli e si può prevedere che la pipeline delle operazioni in arrivo si stia irrobustendo”.
Il focus di Cib resta quello delle infrastrutture – di trasporto, di energia e digitali – soprattutto sostenibili, una scelta che non verrà rivista nonostante gli orientamenti differenti dell’amministrazione Trump e il dibattito crescente in Europa: “Non torneremo indietro sulle scelte strategiche, come ad esempio sul fossile” chiude il responsabile della divisione.
Fonte: Il Sole 24 Ore