Investimenti Esg, le aziende Usa li fanno ma non lo dicono

Investimenti Esg, le aziende Usa li fanno ma non lo dicono

Investire di più ma comunicare di meno: è la strategia condivisa dalle imprese statunitensi in materia di sostenibilità. Nonostante le incertezze normative e il dibattito sul tema che attraversa gli Usa, sostenuto dalle scelte dell’amministrazione Trump, i pilastri Esg restano un elemento competitivo secondo i dirigenti aziendali. È quanto emerge dall’analisi “2025 U.S. Business Sustainability Landscape Outlook: Executive Perspectives on Supply Chain Disruption, Resilience and Competitiveness” di EcoVadis, piattaforma leader nella valutazione delle performance Esg delle imprese, che ha interpellato 400 dirigenti di aziende americane con fatturato superiore al miliardo di dollari.

I numeri parlano chiaro: l’87% delle imprese ha mantenuto o aumentato gli investimenti in sostenibilità nel 2025, a dispetto del clima di incertezza normativa legato al rallentamento delle politiche Esg negli Stati Uniti. I dirigenti vedono la sostenibilità come un vantaggio competitivo, investono in tecnologie per rafforzare le catene di approvvigionamento, gestire i rischi e favorire la crescita e la resilienza. Le aziende continuano a dare priorità alla sostenibilità aziendale, ma in modo più discreto, con una comunicazione pubblica ridotta.

Aumenta la quota di imprese che sceglie il greenhushing

Quasi la metà degli intervistati (48%) dichiara che la strategia di sostenibilità aziendale rimane invariata quest’anno, mentre il 31% dei dirigenti dichiara di aumentare gli investimenti, riducendo la comunicazione pubblica. L’8% ha smesso di parlare pubblicamente dei propri impegni ma continua a investire. Cresce, quindi, la quota di imprese che decide volontariamente di valorizzare meno o non parlare del tutto del proprio impegno sul fronte della sostenibilità (greenhushing). Solo il 7% degli intervistati ha effettivamente ridotto gli sforzi di sostenibilità e appena il 6% ammette di considerarla una bassa priorità, limitandosi al minimo per rispettare la normativa.

È forte la consapevolezza del ruolo svolto dai pilastri Esg sul fronte della competitività. Il 65% dei dirigenti, infatti, afferma che la sostenibilità della catena di fornitura rappresenta un vero e proprio vantaggio competitivo, contribuendo alla crescita grazie alla riduzione dei rischi, maggiore resilienza, miglioramento del brand, efficienza della catena di fornitura e risparmio sui costi. Il 62% dei direttori e dei vicepresidenti, oltre al 59% dei C-suite executives, ritiene che aiuti ad attrarre e mantenere i clienti. La maggioranza dei leader finanziari (52%) condivide questa visione, considerandola un motore di crescita.

Fonte: Il Sole 24 Ore