
Investire in commodity: i vantaggi dell’oro e la complessità degli indici
L’investimento in commodity è molto affascinante. Grazie ai “cloni” quotati a Milano da una ventina d’anni anche il piccolo risparmiatore con poche centinaia di euro a disposizione può esporsi all’oro, al petrolio e alle altre commodity. Ma una volta acquistati questi strumenti si apre un vero e proprio rompicapo in quanto le commodity sono trattate con i derivati. Questo problema fortunatamente non riguarda l’oro fisico e gli altri metalli preziosi stoccabili nei caveau. Gli Etc legati ai metalli preziosi fisici sono più efficienti.
I vantaggi dell’oro
Lo stoccaggio del bene fisico consente di prezzare l’oro a pronti, ovvero sul mercato spot sottraendosi alle dinamiche dei future. Esistono anche Etc legati ai future sull’oro come sottostante ma quelli più gettonati sono quelli con oro fisico. Ad esempio da inizio anno l’oro spot sale di circa il 29% a fronte dell’Etc in progresso poco sotto il 20%: la differenza è imputabile alle dinamiche del dollaro, come avviene con il petrolio. Anche nel lungo periodo la corrispondenza è significativa: ad esempio a 5 anni sia l’oro sia gli Etc fisici guadagnano intorno al 100%. Il vantaggio nel lungo termine è che l’effetto valutario tende a sfumare tornando di solito i cambi verso una sorta di media di lungo termine. Il vantaggio degli Etf auriferi è quindi quello di avere prezzi più controllabili e quindi più legati alle dinamiche spot. Il problema dell’effetto cambio può essere superato puntando sugli strumenti di copertura (hedge) ma in questo caso i costi aumentano. Per ovviare a questo problema molti investitori decidono di esporsi al comparto commodity puntando solo sui metalli preziosi. Ma questi ultimi sono solo una componente parziale di tutto il mondo delle materie prime con un’incidenza sull’indice generale delle commodity (si vedo altro articolo in pagina) che è sempre minoritaria.Quando si maneggiano invece gli altri Etc a partire da quelli energetici e agricoli si entra in un mondo fatto di tecnicismi dove quasi mai l’andamento dello strumento rispetta la quotazione del petrolio o del grano che il risparmiatore vede in tv.
Il nodo petrolio
Un esempio molto concreto: il petrolio Wti, quello trattato negli Stati Uniti e sottostante per alcuni Etc quotati anche a Milano, registra un andamento in lieve rialzo da inizio anno, un calo dell’8% a un anno e una flessione del 38% a tre anni. I principali Etc legati al Wti seguono indici ad hoc creati da provider e che vengono replicati attraverso swap. L’Etc quindi segue di solito un indice ad hoc ma solitamente le performance sono difformi rispetto al primo contratto future scambiato, proprio perché le problematiche legate ai cambi di contratto non possono essere vanificate. «I contratti futures – spiega Federico Pigatto, analista Consultique – avendo una scadenza devono essere poi rinnovati per poter mantenere l’esposizione al sottostante. Questa peculiarità, nella maggior parte dei casi ha un effetto negativo per l’investitore a causa della struttura della curva forward. In condizioni di mercato normali, questa si presenta solitamente in “contango”, con i contratti futures sulle scadenze più lunghe che hanno prezzi più elevati di quelli con scadenze più brevi a causa dei maggiori costi di stoccaggio delle materie prime. Quando la curva forward è in contango l’attività di rolling sul contratto future successivo produce una perdita in conto capitale per l’investitore».
È fondamentale che il risparmiatore conosca il tecnicismo e non si spaventi. Da inizio anno l’andamento dell’Etc fa peggio del petrolio in quanto risente anche della svalutazione di circa il 10% del dollaro sull’euro. Negli ultimi anni anche per effetto delle crisi geopolitiche sono cresciuti i periodi con prezzi del petrolio in backwardation, ovvero con i valori più alti sulle prime scadenze. Questo ha portato vantaggi ai possessori di Etc e questo può essere un motivo che spiega perché a tre anni gli Etc sul petrolio perdono poco più del 20% a fronte del meno 38% del greggio.
Gli indici generali
Una via alternativa per cavalcare le commodity è quella di puntare non sulle singole materie prime ma piuttosto sull’indice generale che riunisce tutto il comparto. Una modalità comoda per l’investitore per cavalcare un trend generale che coinvolge complessivamente una ventina di materie prime, molto diverse tra loro.
Fonte: Il Sole 24 Ore