
Investire nella casa? Conviene più che in Borsa (ma solo in centro a Milano)
Le stime sui prezzi
E i prezzi? Non caleranno. Dopo un incremento del 2,2% nel 2024 sul 2023, la stima per quest’anno è che i valori possano aumentare fino al 5% per la ridotta disponibilità di un’offerta abitativa adeguata alla domanda, soprattutto nei mercati dei capoluoghi più attrattivi e loro hinterland. In particolare, proprio la carenza strutturale di nuove costruzioni porterà i prezzi del nuovo a crescere dal 5,8% del 2024 al 6,5% atteso nel 2025.
«Ormai non si parla più di “casa” come oggetto ma è “l’abitare” il centro della nostra analisi – ha spiegato Breglia –. La ricerca di un quartiere giusto dove vivere vale quanto e forse più del prezzo di acquisto. La presenza di verde, sicurezza, scuole, servizi rappresentano necessità fondamentali. Carenza di nuovo e meno offerta anche di usato (anche per la spinta delle locazioni brevi) fanno crescere i prezzi, decisamente superiori all’incremento dei redditi. Con enorme ritardo si inizia a parlare di investimenti in residenze da parte del settore pubblico. Ma i grandi investitori sono ancora disincentivati nel nostro Paese».
«Se guardiamo a Milano – ha aggiunto Giuseppe Crupi, ceo di Abitare Co. – il capoluogo non è più in grado di soddisfare le richieste abitative. È arrivato il momento di pensare a un mercato che comprenda tutta la città metropolitana, quindi anche tutti i comuni limitrofi collegati col capoluogo da linee metropolitane e ferroviarie».
«Il residenziale è un comparto che, rispetto ad altri, può beneficiare anche di investitori non core – ha spiegato Corrado Trabacchi (Orion Capital Managers) – ma le lentezze sui permessi, l’assenza di regole chiare sulla rigenerazione urbana dirottano capitali altrove. I business plan si allungano e i cicli economici si accorciano. Noi investiamo molto di più in Spagna. Inoltre, il nanismo degli operatori offre solo piccole operazioni. Difficile acquistare piattaforme e società quotate».
Se il Piano casa del Governo si muove faticosamente, con una dotazione iniziale di 660 milioni (tra progetti pilota 2027-2028 e implementazione 2028-2030), oltre alle risorse del Pnrr non utilizzate nei programmi Pinqua (tra 300 e 400 milioni), «in assenza di una legislazione nazionale aggiornata, per il Piano casa da 10mila nuove unità del Comune di Milano abbiamo già ricevuto 24 proposte di manifestazioni di interesse da parte di privati», ha concluso l’assessore all’Urbanistica del capoluogo lombardo, Giancarlo Tancredi.
Fonte: Il Sole 24 Ore