
Investire nella cultura: il piano strategico della Fondazione MuVe
Garantire la sostenibilità economica nel tempo, attraverso un piano economico-finanziario triennale che definisca costi e proiezioni di ricavi, resta una sfida per molti musei italiani, ancora fortemente dipendenti dai contributi pubblici. In questo contesto, la Fondazione Musei Civici di Venezia (MuVe) rappresenta un’eccezione. Con 11 musei sotto la sua gestione – tra cui Palazzo Ducale, il Museo Correr, Ca ’Rezzonico, Museo Fortuny, il Museo del Vetro di Murano e il Museo del Merletto di Burano – custodisce un patrimonio straordinario con il quale riesce ad autofinanziarsi attraverso i ricavi da biglietteria e quelli delle attività accessorie (caffetteria e bookshop) per il 97%, un risultato quasi unico in Italia. Si potrebbe pensare che a Venezia il turismo renda tutto più semplice.
Certo, il contesto aiuta, ma il successo della Fondazione non è solo una questione di numeri. È il frutto di una gestione lungimirante, capace di trasformare il patrimonio culturale in una risorsa viva e sostenibile, dimostrando che un modello economico solido per i musei è possibile. “La Fondazione MuVe – spiega Mattia Agnetti, Segretario Organizzativo della Fondazione – opera in base al proprio statuto e a una convenzione trentennale con il Comune, che ne definisce con precisione compiti e responsabilità; grazie a questa autonomia decisionale, negli anni la Fondazione ha potuto consolidare e ampliare partenariati pubblici e privati, instaurare relazioni con istituzioni europee e internazionali e, soprattutto, autofinanziarsi per una media del 97%, chiudendo ogni bilancio in utile. Questo modello di gestione ha permesso non solo di incrementare e valorizzare il proprio patrimonio, ma anche di espandere le proprie attività oltre i confini della città lagunare”.
Buoni risultati
Il bilancio 2024 di Fondazione Musei Civici di Venezia ha evidenziato un fatturato di circa 39 milioni di euro (38,6 milioni nel 2023) grazie all’affluenza dei Musei Civici di Venezia, con oltre 2,3 milioni di visitatori (+4,3% rispetto al 2023). Tra i musei con la crescita maggiore, il Museo Fortuny (+21,5%), i Musei di San Stae e Ca ’Pesaro (+6,7%). Palazzo Ducale ha confermato la sua posizione di punta con 1,24 milioni di visitatori (+2,1%).
I visitatori provengono principalmente da Stati Uniti (23%), Italia (22%) e altri paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Spagna. “A partire dal 2019, abbiamo introdotto una nuova modalità di prevendita – afferma Agnetti – se prima il prevenduto online o tramite tour operator si attestava al 30%, dopo la pandemia siamo arrivati al 60%, con prevendite gestite attraverso la nostra piattaforma e tramite circa 60 tour operator selezionati, un’attività di promozione fondamentale per noi; per facilitare l’ingresso nelle diverse fasce orarie, abbiamo implementato diverse misure. Un’altra voce significativa per noi sono le attività accessorie, come le caffetterie e i bookshop, oltre alle quattro caffetterie già presenti (Palazzo Ducale, Correr, Ca ’Rezzonico e Ca ’Pesaro), abbiamo recentemente aperto il caffè letterario dell’Emeroteca di Mestre, che sta ottenendo risultati molto promettenti, attirando un pubblico variegato nel corso della giornata.”
L’Emeroteca di Mestre
Dallo scorso dicembre la proposta culturale della Fondazione MuVe si è estesa nella terraferma che con un investimento di 3 milioni di euro vuole trasformare Mestre in un nuovo polo culturale. “La rigenerazione culturale e urbana – spiega Agnetti – dell’area di Mestre è stata progettata e realizzata nel cuore della città, in un immobile degli anni ’30 che era rimasto chiuso per diversi anni; l’amministrazione comunale aveva tentato di coinvolgere soggetti privati per ridare vita allo spazio, ma senza successo; così, la Fondazione ha deciso di chiedere al Comune di farsi carico del progetto, rendendosi conto delle potenzialità che offriva”. “Questa iniziativa – prosegue Agnetti – rappresenta una novità rispetto al nostro tradizionale impegno nella gestione museale: in questo spazio, infatti, non solo produciamo arte, ma offriamo anche un’opportunità a giovani artisti scelti attraverso un bando e, per dieci mesi, hanno accesso gratuito agli atelier dalle 8 alle 23, seguiti da un curatore, Antonio Grulli, selezionato dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, che li guida nel loro percorso; il valore aggiunto di questo progetto è rappresentato dalla rete nazionale e internazionale che possiamo attivare, ma siamo consapevoli che il cammino da percorrere è ancora lungo” conclude Agnetti.
Gli investimenti futuri
Il futuro è molto sfidante con i diversi progetti che nei prossimi tre anni la Fondazione MuVe ha in cantiere che richiederanno risorse per 20 milioni di euro “che saranno effettuati senza ricorrere all’indebitamento, grazie alle riserve accumulate negli anni precedenti” afferma Agnetti. Tra gli interventi più rilevanti nel centro storico, spiccano due grandi progetti. Il primo riguarda l’ampliamento del Museo del Vetro, con un’estensione di 1.800 mq e un investimento di 5 milioni di euro, la cui gara è stata assegnata lo scorso dicembre. Questo nuovo spazio sarà dedicato al vetro del Novecento e contemporaneo, finora poco rappresentato, accogliendo opere provenienti dalle collezioni comunali, da recenti donazioni e da comodati d’uso a lungo termine. Un altro importante progetto in corso è il rifacimento del secondo piano del Museo Correr, con un budget di 2,8 milioni di euro, di cui 1,2 milioni finanziati da una donazione internazionale e il resto coperto dalla Fondazione. Inoltre, lo scorso novembre è stato approvato il restauro del salone da ballo di Ca ’Rezzonico, un intervento da 2,5 milioni di euro, finanziato anch’esso grazie a una donazione internazionale. A Mestre, le sfide sono altrettanto ambiziose. L’impegno è per il nuovo accesso al Centro Culturale Candiani, un investimento di 3,2 milioni di euro. “Ma la sfida più grande, soprattutto dal punto di vista gestionale, riguarda lo spazio Palaplip ex Centrale del Latte, che vorremmo trasformare in un centro culturale di rilevanza internazionale, con un investimento di altri 3 milioni di euro” conclude Agnetti.
Fonte: Il Sole 24 Ore