
Investito fuori dalle strisce: «Ha il 75% della colpa, paghi le spese legali»
Attraversa fuori dalle strisce pedonali, impugna il risarcimento “insufficiente” fino in Cassazione per vedersi condannato a rifondere anche le spese processuali: è stata (soprattutto) colpa sua. A statuirlo è la terza sezione civile della Cassazione con l’ordinanza 26670/2025.
La vicenda e l’orientamento dei giudici
La Suprema Corte, infatti, ricorda che chi attraversa una strada in un punto sprovvisto della segnaletica stradale deve farlo con cautela, così da evitare situazioni di pericolo per sé stessi o per gli altri, e dando la precedenza ai veicoli. Infatti, il pedone, dato che al momento dell’investimento era giorno, il traffico era normale e la visibilità buona, avrebbe dovuto vedere il mezzo che stava svoltando a velocità, per altro, ridotta. Di conseguenza, prima di poter attraversare avrebbe dovuto aspettare il momento più opportuno e poi agire con prudenza.
In questo caso, infatti, non vale il principio secondo cui, in caso di investimento, la piena responsabilità ricade sul conducente, a meno che non sia in grado di dimostrare che il pedone, apparendo in modo improvviso e imprevedibile sulla carreggiata, abbia reso impossibile evitare l’investimento. I giudici di merito avevano valutato solo il peso del comportamento del pedone per definire il risarcimento, attribuendogli il 75 per cento della colpa in concorso e, al guidatore dell’autobus che lo aveva investito, solo il 25 per cento.
Fonte: Il Sole 24 Ore