Irpef, il 42,9% degli sconti finisce ai redditi sopra i 50mila euro

Irpef, il 42,9% degli sconti finisce ai redditi sopra i 50mila euro

Il meccanismo che cancellerà i nuovi sconti Irpef quando il reddito supera i 200mila euro lordi all’anno ha un valore poco più che simbolico. Il risparmio attribuito dalla relazione tecnica alla legge di bilancio alla tagliola, che in pratica toglie dalle detrazioni i 440 euro offerti dall’aliquota alleggerita, si ferma a 12,6 milioni all’anno: cioè lo 0,43% dei 2,96 miliardi di minori entrate che saranno determinate ogni anno dalla nuova architettura delle aliquote.

Bastano queste cifre a indicare le ragioni che hanno spinto il Governo a introdurre nuovamente questa forma di sterilizzazione, che peraltro colpisce un po’ a caso perché esclude chi, non avendo costi da detrarre in dichiarazione, non offrirà al Fisco alcun paniere su cui esercitare le forbici. Non avendo alcun impatto percepibile sui conti pubblici, la norma serve a evitare polemiche sul mini regalo fiscale ai “ricchi”, cioè a quel manipolo di nemmeno 146mila contribuenti (lo 0,34% del totale) che svettano nella gerarchia dei redditi, o quanto meno nella loro fotografia ufficiale scattata con le dichiarazioni.

Così concepito, comunque, il tetto agli sconti non cambia di una virgola l’impianto della misura più popolare della manovra. Che con il suo ritocco di due punti alla seconda aliquota, ridotta dal 35 al 33%, si concentra in modo più diretto sui contribuenti dello scaglione di mezzo, cioè i quasi 10 milioni di italiani titolari di dichiarazioni comprese fra 28mila e 50mila euro lordi all’anno; ma in realtà estende i propri effetti molto oltre quei confini, arrivando a interessare quasi 13,6 milioni di persone come spiegato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti l’altroieri alla Camera.

Il cosiddetto «ceto medio» oggetto delle attenzioni esplicite del Governo è del resto fra le entità meno definite del nostro sistema economico. Ma non c’è dubbio che i suoi confini vadano assai oltre i 50mila euro di reddito che in Italia, unica fra le grandi economie, fanno partire l’aliquota marginale più alta, la stessa che si applica anche ai pochissimi guadagni a sei zeri scritti nelle dichiarazioni. Per questa ragione al ministero dell’Economia si è scelto di collocare così in alto il tetto allo sconto, con l’obiettivo di dare un segnale anche a chi, spesso grazie a una fedeltà fiscale superiore alla media, ha viaggiato (e viaggerà ancora) a livelli di tassazione da record.

Fonte: Il Sole 24 Ore