Israele intensifica attacchi su Gaza. Media: la “gaffe” sulle truppe di terra era stratagemma

Continuano gli attacchi via aerei e artiglieria dell’esercito israeliano sulla striscia di Gaza. I palestinesi residenti nella periferia di Gaza City hanno abbandonato le proprie abitazioni mano a mano che l’offensiva si intensifica, con l’uccisione ieri di una famiglia di sei persone nella propria abitazione. Israele sta dispiegando le truppe sul confine e chiamato fino a 9mila riservisti per supportare il proprio attacco. Hamas ha lanciato circa 1.800 razzi, mentre Israele ha risposto con almeno 600 attacchi aerei. «Andremo avanti finché è necessario», ha detto il presidente israeliano Benjamin Netanyahu, escludendo qualsiasi de-escalation in tempi rapidi. «Avevo detto che avremmo colpito Hamas e gli altri gruppi terroristici con colpi significati ed è quello che stiamo facendo». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che «non è ancora finita. Faremo di tutto per riportare la sicurezza dei nostri cittadini».

La «gaffe» sull’ingresso a Gaza? Forse uno stratagemma

La presunta «gaffe» dell’annuncio dell’ingresso delle truppe israeliane, diffusa e poi smentita nella notte fra il 13 e il 14 maggio, si sarebbe rivelata invece uno stratagemma per «fare in modo che i combattenti di Hamas entrassero nei tunnel sotterranei che l’esercito stava colpendo in un massiccio bombardamento notturno».

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Così Canale 12 ha ricostruito la vicenda della notizia circolata in tutto il mondo, prima attraverso un messaggio, poi con le successive conferme fornite dal portavoce militare Jonathan Conricus ai media stranieri. Il sito di Times of Israel, che riporta la ricostruzione di Canale 12 , torna sull’episodio citando l’altro portavoce militare Hidai Zilberman secondo cui «l’esercito sta indagano su cosa abbia condotto al fraintendimento». Anche il sito di Ynet si chiede se «la confusione sia stata intenzionale». Già ieri sera lo stesso Conricus aveva parlato di un “problema di comunicazione” e questa mattina, in una conferenza stampa di aggiornamento della situazione con i media internazionali, si è assunto la responsabilità dei fatti

Il bilancio: 119 vittime palestinesi e sette israeliani

Il conflitto è arrivato al quinto giorno e non accenna a ridimensionarsi. Le sirene d’allarme stanno risuonando a Beersheba e nei centri abitati vicini. Sempre in giornata è successo lo stesso a Kiryat Malach e altrove, dopo che Hamas aveva annunciato l’intenzione di colpire con razzi esplosi dalla Striscia di Gaza. Israele ha sparato dei colpi di avvertimenti contro grippi di manifestanti che stavano attraversando il confine dal Libano in una protesta contro le incursioni israeliane a Gaza. Ieri sono stati lanciati sempre dal Libano i primi razzi, caduti nella costa a largo della Galilea. Il ministero della Salute di Gaza conta attualmente un totale di 119 vittime palestinesi, inclusi 31 bambini e 19 donne, oltre a 830 feriti. Hamas e il gruppo Jihad islamica confermano 20 uccisioni nelle proprie file, ma il numero potrebbe essere più elevato. Le vittime israeliane sono sette, incluso un bambino di sei anni e un soldato.

Gerusalemme: centinaia di giordani manifestano al confine

Centinaia di cittadini giordani si sono raggruppati nella zona di al Karameh, a poca distanza dalla frontiera con la Cisgiordania, per manifestare la loro solidarietà con i “fratelli palestinesi”. Lo riporta l’agenzia Petra secondo cui i manifestanti hanno gridato “la collera per l’attacco israeliano a Gaza, alla città santa di Gerusalemme e al resto dei Territori palestinesi occupati”. Al tempo stesso, secondo i media israeliani, uno degli slogan più intonati è stato ‘Con lo spirito e il sangue, ti riscatteremo, o Aqsa’, con riferimento alla Moschea sulla Spianata a Gerusalemme. Un’altra manifestazione si è svolta ad Amman

Fonte: Il Sole 24 Ore