Israele negozia fine guerra a Gaza: 19 morti, primi aiuti dal 2 marzo

Israele negozia fine guerra a Gaza: 19 morti, primi aiuti dal 2 marzo

Un attacco imponente dei caccia dell’Iaf scattato 20 minuti dopo una “segnalazione preziosa” dal terreno che indicava Sinwar ’il giovane’ in riunione con almeno altri dieci capi dell’organizzazione, tra cui il comandante della brigata Rafah Muhammad Shabana.

Anche lui dato per morto da Al-Hadath.

Il ministro della Difesa Israel Katz ha commentato che “non c’è ancora alcuna verifica ufficiale, ma secondo tutte le indicazioni Muhammad Sinwar è stato eliminato”. Intanto dalla Striscia viene segnalata l’avanzata di carri armati a nord di Khan Younis, nel sud, accompagnata da pesanti bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei, e nella parte orientale di Jabaliya, nel nord.

Mentre nel sud di Israele nel tardo pomeriggio di domenica sono scattagli gli allarmi per due razzi lanciati dall’enclave. Quds, affiliata a Hamas, ha pubblicato filmati di famiglie palestinesi che lasciano i campi di Jabaliya, Beit Lahia e Tal a-Za’tar per l’intensificarsi dei raid. Dopo i razzi, il portavoce dell’esercito ha ordinato l’evacuazione dall’area orientale di Deir al-Balah. La rinnovata offensiva di Israele si abbatte sulla Striscia mentre si moltiplicano da settimane gli appelli internazionali a fermare le armi, con la popolazione allo stremo per la mancanza di cibo e beni essenziali per il blocco degli aiuti ormai in vigore da oltre due mesi.

L’annuncio di Netanyahu della ripresa degli aiuti potrà portare sollievo ai civili: un annuncio anticipato dall’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, che in un’intervista ad Abc aveva riferito “l’indicazione” da parte di Israele di voler acconsentire all’ingresso di cibo nell’enclave. La Gaza humanitarian foundation, istituita in stretto coordinamento con Gerusalemme per gestire la distribuzione, dovrebbe cominciare a operare a Gaza entro la fine del mese. “Verranno inviate cucine mobili. Abbiamo camion carichi di farina che ci aspettano al confine. Non vogliamo assistere a una crisi umanitaria e non permetteremo che si verifichi sotto il controllo del presidente Trump”, ha detto Witkoff. Intanto l’inviato statunitense per gli ostaggi Adam Boehler, rimasto a Doha per i negoziati, ha spiegato a Fox News Sunday che le trattative sono molto ’fluide’, negando le voci secondo cui non starebbero andando bene: “Il rilascio dell’ostaggio Idan Alexander è un segnale che Hamas capisce di dover liberare i rapiti se vuole che gli attacchi finiscano”, ha chiarito.

Fonte: Il Sole 24 Ore