
Istat, boom prezzi alimentari: +30% rispetto al 2019
Gli alimentari costano oggi in Italia quasi un terzo in più del 2019. È quanto sottolinea l’Istat nella Nota sull’andamento dell’economia pubblicata oggi, 10 settembre, evidenziando che l’aumento è comunque inferiore alla media della Ue27. «In conseguenza della forte impennata registrata tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023 e al successivo perdurare di una significativa, seppure più moderata, tendenza alla crescita (fenomeni che hanno riguardato l’intera Europa), i prezzi al consumo (indice armonizzato) dei beni alimentari (cibo e bevande non alcoliche) risultano in Italia avere raggiunto a luglio 2025 (ultimo dato disponibile) un livello più elevato del 30,1% rispetto a quello medio del 2019», si legge.
Il confronto europeo
Nel confronto europeo, tuttavia, la dinamica al rialzo registrata in Italia «appare sensibilmente più contenuta sia rispetto alla media UE27 (+39,2%) sia, tra gli altri principali paesi, rispetto a Germania (+40,3%) e Spagna (+38,2%); nello stesso periodo l’aumento in Francia è stato invece relativamente minore (+27,5%)», sottolinea l’Istat. La forte dinamica dei prezzi dei beni alimentari, che rappresentano l’88,5% del totale dei beni inclusi nel carrello della spesa (che comprende beni alimentari e beni per la cura della casa e della persona), ha condizionato l’andamento di questo indice, le cui variazioni tendenziali sono passate dal 3,2% di luglio al 3,5% in agosto. Si è così ulteriormente ampliato il differenziale d’inflazione tra il carrello della spesa e l’indice complessivo, quest’ultimo influenzato anche dalla dinamica degli energetici: dai 2 decimi di punto a marzo 2025 a 1,9 punti percentuali ad agosto.
Vola nel secondo trimestre export farmaci verso Usa, +60%
Un altro elemento che emerge dalla nota dell’Istat è che le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti del comparto della farmaceutica, dove è rilevante la presenza di multinazionali, sono quasi raddoppiate nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2024 e, sono aumentate di oltre il 60% nel secondo. Le vendite di questo settore rappresentano all’incirca un quarto dei flussi complessivi diretti negli Stati Uniti. La nota riporta dati riferiti al periodo precedente l’accordo sui dazi. Sono invece diminuite le esportazioni di bevande (-2,7%, da +13,9%), di macchinari (-9,7% da -8,4%) e mezzi di trasporto (in particolare -35,8% gli autoveicoli, dal +9,2% precedente; -6,5%, da +15,9%, gli altri mezzi di trasporto), mentre è rallentata la crescita dell’export di beni alimentari (+1,1%, da +9,2%). Dal lato delle importazioni, gli acquisti di prodotti farmaceutici, diminuiti nel primo trimestre (-38,9% la variazione in termini tendenziali), sono quasi raddoppiati tra aprile e giugno (+91,2%). Tra gli altri beni si è invece osservato un incremento delle importazioni di metalli di base (+19,7% e +59,2% la variazione rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre dell’anno), computer (+9,0% e +13,7%) e prodotti di elettronica (+16,1% e +14,9%).
Fonte: Il Sole 24 Ore