Italia avanti nell’economia circolare, ma a rilento nella decarbonizzazione

Italia avanti nell’economia circolare, ma a rilento nella decarbonizzazione

Avanti nell’economia circolare e a marcia lenta nella transizione energetica, dalle fonti fossili alle rinnovabili. Con il risultato che l’Italia scivola, nel quadro europeo, dal terzo al quinto posto. A fotografare questa situazione è il rapporto “Circonomia 2025” curato da Duccio Bianchi dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia ed elaborato nel quadro del Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica e in presentazione a Ecomondo.

Classifica su 21 indicatori

La classifica proposta nel Rapporto, come si legge nel documento, si basa su 21 indicatori, suddivisi in tre categorie: impatto sull’uso delle risorse (consumi pro-capite di materia e di energia, emissioni climalteranti), efficienza (consumi di materia e di energia, emissioni climalteranti e produzione di rifiuti per unità di Pil), capacità di risposta (tassi di riciclo e d’impiego di materie seconde). «Gli indicatori – sottolineano i promotori -sono stati normalizzati su un intervallo 0-1 e sono equipesati nell’indice generale; nel loro insieme, i 21 indicatori-chiave restituiscono una fotografia attendibile dello stato di circolarità e di transizione ecologica dei vari Paesi dell’Unione europea».

In termini di prestazioni assolute a livello europeo, per il terzo anno consecutivo, quasi tutti gli indicatori mostrano un miglioramento, «o quanto meno una stazionarietà» verso la decarbonizzazione e la circolarità.

Positiva l’economia circolare

«L’evoluzione positiva che aveva portato l’Italia tra i leader di circolarità e transizione ecologica sembra ormai essersi interrotta – si legge nel rapporto -. Già nel 2021 e nel 2022 l’Italia ha fatto registrare progressi inferiori alla media europea e a quelli di altri leader della conversione energetica, pur mantenendo invece buone prestazioni negli indicatori di riciclo e circolarità. Questa tendenza si è mantenuta anche nel 2023 (e tutti i dati disponibili suggeriscono che sarà così anche nel 2024 e 2025)».

Fonte: Il Sole 24 Ore