Italia lancia gara fotovoltaica: esclusi pannelli cinesi

Italia lancia gara fotovoltaica: esclusi pannelli cinesi

È il primo provvedimento, non solo in Italia ma anche in Europa, che esclude dalle gare pannelli fotovoltaici e loro componenti prodotti o assemblati in Cina. La seconda tranche di incentivi del decreto FerX transitorio prende il via in questi giorni: il ministero dell’Ambiente ha pubblicato le regole operative e il Gse ha reso noto il bando per la competizione.

Manifestazioni di interesse al via dal 17 settembre

La data per la presentazione delle manifestazioni di interesse al 17 settembre. Ci sarà una settimana di tempo per depositare la documentazione necessaria, poi questa fase della procedura sarà chiusa per consentire al Gse di valutare la dimensione della domanda e stabilire il prezzo di partenza della base d’asta per gli incentivi, sulla quale gli operatori dovranno offrire ribassi. In base a quanto previsto dal decreto direttoriale pubblicato dal ministero per l’Ambiente, in asta potranno andare impianti fino a 1,6 gigawatt di potenza

In asta 1,6 GW: i moduli non devono arrivare dalla Cina

Nel caso dell’asta già in corso della prima tranche del FerX per impianti rinnovabili – quella senza vincoli sull’origine dei pannelli fotovoltaici – la domanda era stata elevatissima; in quel caso la potenzia in gara era fino a 8 gigawatt, ma sono arrivate 1.400 domande per 17 gigawatt. Non ci sarà, quindi, posto per tutti e dunque la seconda tranche dedicata ai pannelli made in Europe potrebbe spingere gli operatori che non saranno riusciti a aggiudicarsi incentivi ad approvvigionarsi di pannelli prodotti nel continente europeo e in anche in Italia, dove produce la fabbrica 3Sun del gruppo Enel, e a tentare la seconda competizione. I criteri per partecipare alla seconda tranche del FerX prevedono che il modulo fotovoltaico non debba essere assemblato in Cina; le celle fotovoltaiche non devono essere originate dalla Cina: gli inverter non devono essere originari della Cina e almeno uno dei componenti di una lista di componenti di tecnologia solare non deve essere prodotto in Cina.

L’ok di Bruxelles per autorizzare prezzi di gara più alti

L’obiettivo dichiarato del provvedimento è quello di supportare la produzione europea di pannelli, inverter e altre componenti in base al criterio – riconosciuto e approvato alla Commissione europeo come criterio ulteriore rispetto a quello del prezzo – della resilienza dell’Unione europea. Criterio che si aggiunge a quello del prezzo. L’ammissione di questo criterio sarà l’elemento che consentirà agli istallatori di ottenere un incentivo più alto di quanto sarà riconosciuto sulla prima tranche del FerX, anche perché i prodotti made in Europe sono più costosi. Sul territorio dell’Unione ci sono molto produttori di inverter, anche in Italia, e di altre componenti; le fabbriche di pannelli sono poche: in Germania ci sono varie fabbriche, anche se la più importante, la Meyer Burger di Friburgo, ha annunciato nelle scorse settimane l’intenzione di chiudere. Alcuni progetti sono stati avviati in Francia, mente in Italia c’è appunto l’impianto 3Sun a Catania del gruppo Enel. Nel caso della prima asta FerX, per la quale è già stata presentata una domanda molto elevata, il range di prezzo come base d’asta oscilla tra 62 e 95 euro a megawattora. Le previsioni del ministero per l’Ambiente e del Gse puntano su una richiesta molto forte, tale da portare il prezzo attorno a 65 euro a megawattora. Nel caso del secondo provvedimento del FerX le aspettative sono che il prezzo si attesti verso la parte alta della forchetta, attorno a 90 euro a megawattora.

Fonte: Il Sole 24 Ore