
Italiani all’estero, sì della Camera al Ddl. Ecco come cambierà il rilascio della carta d’identità elettronica
A pochi mesi dal varo della legge 74/2025, che ha ristretto in particolare l’automaticità dello iure sanguinis e introdotto requisiti di residenza e di legami effettivi con l’Italia, il Parlamento torna ad occuparsi del riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di discendenti di italiani nati all’estero. È arrivato in prima lettura il via libera della Camera al ddl del Governo, collegato alla legge di Bilancio 2025, per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero. Il pacchetto di norme punta a razionalizzare le procedure e rendere più efficiente il sistema della cittadinanza iure sanguinis, oggi frenato da un enorme arretrato di domande pendenti (soprattutto in Argentina e Brasile) che paralizzano la rete degli uffici consolari.
Carta d’identità elettronica
L’articolo 5 del provvedimento, modificato in commissione, introduce con norma ordinaria la previsione, già disposta a livello regolamentare, che la carta d’identità è titolo valido per l’espatrio se non sussista una condizione che legittima il diniego o il ritiro del passaporto e che, in tal caso, sulla carta d’identità viene apposta l’annotazione: “Documento non valido ai fini dell’espatrio”. Durante l’esame in sede referente è stata anche introdotta una disposizione circa la possibilità per i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’Aire di presentare domanda di rilascio della carta d’identità elettronica presso i Comuni, secondo modalità organizzative e tecniche stabilite dal ministero dell’interno e dal Maeci.
Legalizzazione delle firme
Si istituisce un nuovo ufficio dirigenziale generale, presso il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dedicato alla gestione centralizzata dei procedimenti di ricostruzione della cittadinanza italiana iure sanguinis (ora affidati agli uffici consolari). Il nuovo assetto scatterà l’1 gennaio 2018. Si introduce inoltre una modifica procedurale alla disciplina in materia di legalizzazione delle firme degli atti esteri da far valere in Italia.
Orsini (Fi): fondamentale sostegno all’export
«Questa legge rende più efficiente e più trasparente il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, e al tempo stesso sgrava i consolati di competenze amministrative per dedicare più risorse alle funzioni prettamente diplomatiche e alla tutela dei cittadini italiani all’estero», spiega il relatore Andrea Orsini (Forza Italia). «Di grande significato politico anche l’inserimento, fra i compiti istituzionali del Maeci, della promozione della crescita economica attraverso il sostegno alle esportazioni e agli scambi per l’estero».
Le riserve
Nei mesi scorsi il Consiglio generale degli italiani all’estero ha espresso molte riserve sul Ddl, in particolare per la perdita di competenza degli uffici consolari e gli ostacoli pratici all’esercizio del diritto alla cittadinanza iure sanguinis.
Fonte: Il Sole 24 Ore