italiani infastiditi, ma i media la incentivano

italiani infastiditi, ma i media la incentivano

Gli italiani sono sensibili all’inciviltà politica, in particolare alla mancanza di rispetto per i valori democratici. Ma per una minoranza significativa questa è normalizzata. E il sistema mediatico ha creato una trappola strutturale dove “l’insulto fa audience” e chi mantiene un atteggiamento civile “paga un prezzo”. Queste sono in sintesi alcune delle principali evidenze emerse dal progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) “Attribution, Perceptions, and Practices of Political Incivility in Europe” i cui risultati sono stati presentati oggi all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

Lo studio è stato condotto da alcuni ricercatori di Università Cattolica del Sacro Cuore, Sapienza Università di Roma e Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, guidati rispettivamente dai professori Giovanna Mascheroni, Sara Bentivegna e Giovanni Boccia Artieri. La ricerca è stata condotta attraverso un questionario somministrato a un campione rappresentativo di 1500 cittadini italiani e 53 interviste individuali in profondità tra politici e giornalisti tra settembre 2024 e giugno 2025

Rispetto all’inciviltà politica il 73,6% del campione si dichiara fortemente infastidito da un politico che insulta, urla, offende. Inoltre, oltre due terzi degli intervistati (76,6%) percepiscono un netto peggioramento dell’inciviltà negli ultimi anni. Il paradosso è evidente: di fronte al crescere dell’inciviltà politica ci si sarebbe potuti aspettare una sorta di assuefazione, una progressiva tolleranza verso toni sempre più aspri. Invece gli italiani hanno mantenuto un forte attaccamento ai valori del confronto civile.

Ciò che maggiormente infastidisce gli italiani sono l’inciviltà valoriale (mancanza di rispetto per i valori democratici, e tra questi la stereotipizzazione delle donne, forme di discriminazione, e uso della menzogna), quella relazionale (mancanza di rispetto per gli altri che si manifesta con il ricorso all’insulto, la volgarità e la ridicolizzazione nei confronti degli avversari politici) e quella istituzionale (espressioni irrispettose nei confronti dei valori/simboli della democrazia e incitazioni alla violenza contro gli avversari politici). Chi mostra maggiore sensibilità al fenomeno sono le donne, gli over 65 e gli elettori del centro-sinistra.

La significativa minoranza per cui l’inciviltà politica, invece, è normalizzata è costituita prevalentemente da giovani uomini della Generazione Z (18-30enni). La tolleranza, però, non è data dall’assuefazione all’uso dei social media o dall’esposizione ad ambienti comunicativi digitali, ma da atteggiamenti anti-politici, dalla scarsa fiducia nelle istituzioni democratiche e da una visione cinica della politica. Il 16,7% degli italiani considera addirittura accettabile l’inciviltà politica quando è “comunicativamente efficace”, pur riconoscendone le conseguenze negative (oltre il 94% l’associa ad allontanamento dalla politica, sfiducia e polarizzazione). L’evidenza paradossale è che nonostante la consapevolezza che l’inciviltà politica “fa male alla democrazia” (l’80% lo ammette), questa viene giustificata se “funziona”.

Fonte: Il Sole 24 Ore