
Iter più snelli per spingere la formazione all’estero
Esclusi da quote e click day dal decreto legge Cutro nel 2023 (Dl n. 20), gli ingressi di lavoratori formati nei Paesi d’origine stanno crescendo ma i numeri sono ancora contenuti. Ad oggi, i progetti approvati dal ministero del Lavoro sono 55 e coinvolgono 6.691 cittadini di 22 Paesi extraeuropei e in particolare Tunisia, Ghana, Egitto, Albania, Bangladesh e Perù. Sono state attivate 121 classi, gli iscritti sono 2132 iscritti (soprattutto uomini) e in 1.174 hanno concluso il percorso formativo.
Il potenziamento di questo canale è uno degli obiettivi fissati dal decreto Cutro e indicati anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Per rafforzarlo vanno però velocizzate le procedure di ingresso. Non ci sono quote né click day ma l’iter è identico a quello delle domande presentate tramite i decreti flussi e prevede il rilascio del nulla osta e dei visti di ingresso. Di fronte al Comitato Schengen, Mantovano ha detto che il Governo sta lavorando a misure di tipo procedurale proprio per renderlo questo canale più efficiente.
La formazione dei lavoratori è sia professionale che civico-linguistica. I corsi attivati riguardano in particolare i settori della meccanica, dell’impiantistica, dell’edilizia e del turismo. Non mancano però progetti relativi a trasporti, logistica, tessile e abbigliamento.
«È una via di immigrazione regolamentata che si basa su progetti approvati. Il rischio truffe è molto inferiore di quello dei decreti flussi», dice Federico Biazzo, training manager e componente del Cda di Orienta Spa, agenzia per il lavoro Orienta che sta portando avanti progetti di formazione in Messico, nelle Filippine e in Egitto per un totale di 1680 persone. In circa 450 hanno concluso il percorso formativo e e oltre 200 sono già entrati in Italia.
Fonte: Il Sole 24 Ore