Iveco, Exor tratta la vendita: Tata tra i potenziali acquirenti
Iveco potrebbe essere in vendita. Secondo indiscrezioni riportate da Reuters, la famiglia Agnelli sarebbe in trattativa per la possibile cessione, con Tata Motors indicata tra i potenziali acquirenti per la società che produce camion e veicoli commerciali (Exor avrebbe avviato discussioni con più di una controparte, comunque non europea).
Secondo le fonti sentite, il gruppo indiano si sarebbe fatto avanti con Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, per rilevare la quota di controllo in Iveco Group, ma la vendita non includerebbe Idv, ovvero le attività nel settore difesa.
Numerose le reazioni alla notizia, da quelle del versante politico a quelle di parte sindacale.
Per il leader di Azione, Carlo Calenda, «stanno smantellando tutto. Giorgia Meloni dovete intervenire subito sia per capire se Elkann sta effettivamente vendendo agli indiani. In questo caso vanno poste condizioni relative ad occupazione e brevetti attraverso golden power», ha scritto sui social l’ex ministro del governo Renzi.
Fiom, il governo fermi qualunque ipotesi di vendita
Non meno forte la presa di posizione dei sindacati. Per la Fiome è «inaccettabile apprendere da indiscrezioni, non smentite dall’azienda, della vendita di Iveco. Lo scorporo di Iveco Defence si confermerebbe quindi un piano preordinato di cessione di una parte importante del patrimonio industriale della nostra Repubblica. Il governo fermi qualunque ipotesi di vendita che metta in discussione gli impianti e i lavoratori di Iveco. La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l’industria dell’automotive del nostro Paese attraverso una pianificazione di spin-off, cessioni e vendite da Ferrari, alla Marelli, poi Cnh Industrial e ora Iveco», affermano Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil. «Mentre la proprietà con le vendite moltiplica i risultati finanziari, l’Italia si impoverisce economicamente e industrialmente con effetti drammatici sull’occupazione. Non permetteremo lo smantellamento del sistema industriale nel nostro Paese e lo contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Per tali ragioni, abbiamo anche rinnovato la necessità di attivare quanto prima un confronto urgente al Mimit», aggiungono Lodi e Oreggia.
Fonte: Il Sole 24 Ore