Japan Mobility Show, in vetrina a Tokyo l’auto del futuro tra concept car di lusso e le micro macchine K-Car – Foto
Il salone di Tokyo è sempre stato un appuntamento con il futuro dell’auto, e ora, ribattezzato Japan Mobility Show (JMS), ha la connotazione di finestra sul domani di auto e mobilità personale. Ma è anche per l’industria giapponese un’occasione per rivendicare il suo ruolo in un momento in cui la geopolitica dell’auto sembra orientata su due poli: Europa e Cina e ci si dimentica del gigantesco sistema giapponese con il leader mondiale che è e resta sempre Toyota (anche con gli alleati Suzuki, Mazda e Subaru) .
Aperto al Tokyo Big Sight fino al 9 novembre, questo salone è popolato di oggetti strani e originali, alcuni sembrano usciti da un cartone giapponese: come le sedie di Toyota con gambe di ragno robotiche per dare a tutti la possibilità di muoversi, anche senza l’auto, pur con gravi disabilità. E poi in rassegna tante, tantissime K-Car, quelle piccole e simpatiche auto che, vendute in Giappone, sono anche da noi sotto i riflettori dei media perché il mercato ha bisogno di macchine piccole, di basso costo ed elettriche. E proprio su queste “non auto”, dal punto di vista normativo, che si sta aprendo un dibattito politico e industriale, anche perché le micro macchine à la japonaise potrebbero creare da noi un mobility divide tra coloro che possono permettersi una vera e sicura automobile e quelli che invece andranno in giro con veicoli limitati. Tra le K-Car in mostra al Japan Mobility Show ci sono modelli come la Suzuki Vision e-Sky, minicar 100% elettrica (le macchinine jap invece nascono storicamente termiche con motori di 660 cc). Potrebbe avere anche un’ambizione sul mercato europeo e globale, fermo restando i limiti normativi.
Ed è proprio sulle Keicar che i cinesi di Byd sono andati a sfidare i giapponesi a casa loro e nel loro terreno svelando al JMS la piccola Racco.
Il gruppo Toyota è protagonista assoluto della kermesse di Tokyo. Il costruttore si è presentato con un intero padiglione dove sono state esposte le novità, quasi tutte sotto forma di concept car futuristiche, di tutti i suoi brand, compreso Century, che da modello Toyota ultra lusso, di livello, è il caso di dirlo, imperiale, in grado di misurarsi ad armi pari con Rolls-Royce, è diventato un vero e proprio marchio collocato sopra Lexus.
E a proposito di quest’ultimo, sotto i riflettori della rassegna giapponese ha esposto la sua visione del futuro composta da van, addirittura a sei ruote, lussuosi come una lounge, sportive che lanciano droni per seguirti in pista durante un track day, ma anche auto di tutti i giorni e soluzioni di mobilità avveniristica con veicoli a tre ruote, squadrati come un trolley ma spaziosi come la poltrona business di un jet. Un quarto di secolo fa, con la LS (acronimo di Luxury Sedan), Lexus sfidò Mercedes e Bmw. Oggi, con il prototipo LS Concept, sostituisce la “S” di Sedan (berlina) con quella di Space, inventando un monovolume di estremo lusso con sei ruote appunto, quattro delle quali al posteriore, che ridefinisce il concetto di mobilità, comfort e spazio.
Fonte: Il Sole 24 Ore