
Kering, ricavi in calo del 16% e utile dimezzato nel semestre
Nuovo trimestre in calo per Kering, con andamento negativo in tutte le geografie. Il gruppo francese del lusso ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi pari a 7,6 miliardi di euro, in flessione del 16% su base riportata e del 15% su base comparabile. La performance riflette un contesto di mercato particolarmente difficile, a cui il gruppo ha risposto con interventi mirati sulla struttura dei costi e con una strategia di rafforzamento finanziario.
L’utile operativo ricorrente si è attestato a 969 milioni di euro, con un margine operativo del 12,8% (-4,7% rispetto all’anno precedente). L’utile netto attribuibile al gruppo è stato di 474 milioni di euro, in forte calo rispetto agli 878 milioni del primo semestre 2024, con una flessione del 46%.
«Il primo semestre del 2025 ha rappresentato un periodo di decisioni strategiche rilevanti per Kering. Sul fronte della governance, ho proposto al consiglio di amministrazione, che ha accolto favorevolmente, di affidare il ruolo di ceo di Kering a Luca de Meo, mentre io manterrò la presidenza del board. Sul piano creativo, i team rafforzati, guidati da nuovi direttori artistici in tre delle nostre principali maison, stanno lavorando con passione e determinazione per accrescere la desiderabilità e valorizzare il patrimonio dei nostri marchi. A livello operativo e finanziario, in un contesto di mercato particolarmente difficile, abbiamo continuato a razionalizzare la rete distributiva e la struttura dei costi e, seguendo la nostra tabella di marcia, abbiamo compiuto passi decisivi per rafforzare la struttura finanziaria. Sebbene i risultati siano ancora lontani dal nostro potenziale, siamo certi che gli sforzi intrapresi negli ultimi due anni abbiano posto basi solide per le prossime fasi di sviluppo di Kering» commenta François-Henri Pinault, presidente e ceo del gruppo francese.
Il free cash flow operativo nel primo semestre è stato pari a 2,4 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi derivanti da dismissioni immobiliari.
L’andamento dei singoli brand
Pesante il semestre per Gucci. La principale maison del gruppo ha registrato ricavi per 3 miliardi di euro in flessione del 26% (reported), a seguito di un crollo del 42% nel canale wholesale mentre la rete retail h segnato un -24%. «Nel secondo trimestre, le vendite hanno mostrato un leggero miglioramento sequenziale, sostenute dalla performance in Nord America e Asia-Pacifico. Le nuove linee di pelletteria, in particolare la borsa “Giglio” lanciata nella collezione Cruise 2026, hanno avuto un forte successo» si legge nel comunicato. Il risultato operativo ricorrente di Gucci è stato pari a 486 milioni di euro, con un margine del 16%, in flessione di 8,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Fonte: Il Sole 24 Ore