
KKR in pole per la sede Nissan: la crisi spinge la cessione degli asset
Nissan è pronta a cedere uno dei suoi asset più simbolici pur di rafforzare la liquidità nel pieno della ristrutturazione. Secondo indiscrezioni, il fondo americano KKR, tramite la controllata giapponese KJR Management, è il principale candidato ad acquisire la sede globale della casa automobilistica a Yokohama. L’offerta si aggira intorno ai 90 miliardi di yen (circa 610 milioni di dollari) e prevede un lease-back decennale: l’edificio resterebbe occupato da Nissan, ma in affitto.
Per KKR, che ha già rafforzato la presenza in Giappone con operazioni di private equity e immobiliari – tra cui l’acquisizione da 4,4 miliardi di dollari del gruppo tecnologico Fuji Soft – si tratterebbe di un ulteriore investimento strategico in un mercato considerato tra i più dinamici fuori dagli Stati Uniti.
Per Nissan, invece, l’operazione è parte di un percorso obbligato. L’azienda, guidata dal nuovo ceo Ivan Espinosa, ha chiuso l’ultimo esercizio con una perdita netta di 671 miliardi di yen e margini ridotti allo 0,6%. Le principali agenzie di rating hanno declassato il debito a livello “junk”, segnalando l’urgenza di interventi radicali.
Il piano “Re:Nissan” punta a risparmi per 3,4 miliardi di dollari entro il 2026: 20mila esuberi, la chiusura di sette stabilimenti su 17, il congelamento di progetti industriali come la fabbrica di batterie di Fukuoka e una drastica semplificazione della catena produttiva. L’obiettivo è tornare a una redditività operativa positiva entro il 2026, ma la strada resta in salita. Oltre ai 5,6 miliardi di dollari di debito in scadenza, pesano la concorrenza dei costruttori cinesi nell’elettrico e l’impatto dei dazi statunitensi, stimati in ulteriori 300 miliardi di yen di costi.
La vendita della sede di Yokohama, un grattacielo inaugurato nel 2009 e diventato simbolo della presenza di Nissan nella città portuale a sud di Tokyo, assume quindi un valore che va oltre l’aspetto immobiliare. È la conferma che il costruttore giapponese è disposto a monetizzare anche gli asset più rappresentativi pur di guadagnare tempo e rassicurare i mercati.
Fonte: Il Sole 24 Ore