La Biennale di Kaunas in tempi di protesta
In queste ultime settimana gli operatori del sistema culturale della Lituania e non solo sta protestando in tutto il paese dopo che il Ministero della Cultura nel nuovo governo è stato assegnato al partito populista Nemunas Dawn. Il controverso partito è guidato dal deputato Remigijus Žemaitaitis, accusato di antisemitismo e negazionismo dell’Olocausto, attualmente sotto processo, ha nominato Ignotas Adomavičius nuovo ministro della Cultura della Lituania. Una petizione contro la nomina di Adomavičius, considerato “non qualificato”, che invita il presidente Gitanas Nausėda a non approvare alcun candidato di Nemunas Dawn ha già raccolto 50.000 firme da personalità del mondo della cultura, scrittori, musicisti e attori. Le organizzazioni culturali sostengono che “affidare il Ministero ai populisti di Nemunas Dawn minaccia la libertà di espressione, l’indipendenza dei media e i valori democratici fondamentali del Paese”. È stato redatto un manifesto intitolato “Questa potrebbe essere l’ultima volta”, in cui si afferma che “questa potrebbe essere l’ultima volta che la cultura rimane il nostro linguaggio comune”. La protesta si è diffusa a livello nazionale, ha molti sostenitori che hanno esposto il simbolo “Kultūra” chiaro segno di voler difendere la cultura.
Le risorse destinate alla cultura.
A preoccupare è l’attività molto importante per il sistema culturale lituano del Lithuanian Council for Culture, istituito nel 2013 per riformare e democratizzare la governance culturale e sostenere i progetti culturali, che ogni anno distribuisce risorse per Dal 2014 al 2023 il Lithuanian Council for Culture ha stanziato oltre 200 milioni di euro, ha ricevuto oltre 70 mila domande e ha finanziato quasi 26 mila progetti attraverso il meccanismo della gara pubblica, le cui decisioni di finanziamento sono prese da professionisti del settore artistico e di altri settori culturali, secondo il principio dell’indipendenza. Inoltre è importante sottolineare che i piani strategici di intervento hanno un orizzonte temporale di tre anni che permette una adeguata programmazione. Quest’anno è iniziato il nuovo ciclo di investimenti per il periodo 2025-27 e 4,6 milioni sono stati già utilizzati per attività culturali nel 2025. Tra i progetti strategici del Council vi è il Padiglione lituano alla Biennale di Venezia (per l’Architettura nel 2025 sono stati stanziati 200 mila euro), la Biennale di Kaunas giunta quest’anno alla XV edizione e il Padiglione Lituano alla Biennale Arte 2026 che sarà realizzato dall’artista Egle Budvytyté (nel 2023 era presente nella mostra principale «Il Latte dei Sogni», di Cecilia Alemani). Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 300 mila euro dal Lithuanian Council for Culture, di cui 50 mila euro per la fase preparatoria e 250 mila euro per la fase di realizzazione, ma è in corso anche una raccolta fondi alla quale partecipano i fondatori di start up legate all’arte e alla tecnologia. Il sostengo viene dato anche agli artisti e il Council nel 2024 ha aumentato la sovvenzione individuale a 800 euro mensili e il budget annuale complessivo è passato da 1,6 a 2,6 milioni di euro, portando la sovvenzione media a un record decennale di 5.825 euro. Inoltre, ha introdotto una borsa di studio per artisti emergenti, della durata media di 6,2 mesi e pari a 4.970 euro, una misura che mira a favorire la crescita creativa e l’inserimento professionale dei giovani artisti.
La Biennale di Kaunas
La Lituania si distingue per la vivacità culturale e Kaunas – principale centro industriale del Paese– ospita dal 1997 la Kauno Bienalé / Kaunas Biennial, oggi alla sua XV edizione (12 settembre – 23 novembre) con 30 artisti internazionali. Curata da Adomas Narkevičius, è intitolata «Life After Life» e riflette su “la fluidità del tempo storico e la transizione”, mettendo in discussione le strutture tradizionali del formato biennale. Per la direttrice Neringa Kulik, ripensare la biennale significa valorizzare il suo ruolo in una regione “semi-periferica”, offrendo “una piattaforma unica per esplorare strategie artistiche e curatoriali irriverenti, sperimentali e autoriflessive”.
“La Biennale di Kaunas – spiega la direttrice – è sempre stata uno spazio di sperimentazione artistica e di indagine critica. Ha favorito la visibilità degli artisti lituani, ma al tempo stesso ha promosso il lavoro di artisti internazionali, fungendo come una sorta di trampolino di lancio.”“Per esempio – continua – alcuni artisti lituani che hanno partecipato alla Biennale di Kaunas hanno poi intrapreso una carriera internazionale: tra questi, Emilija Škarnulytė, che dal prossimo 6 dicembre fino al 12 aprile 2026 sarà alla Tate St Ives, e Kapwani Kiwanga, che dopo aver preso parte alla Biennale di Kaunas ha rappresentato il Canada alla Biennale di Venezia del 2022.”“La Biennale è anche una piattaforma sperimentale – afferma Kulik – come quando abbiamo invitato Lina Lapelytė (Leone d’Oro per la Migliore Partecipazione Nazionale alla 58ª Biennale di Venezia con l’opera «Sea & Sun (Marina)») a partecipare alla Biennale per realizzare un progetto che non aveva mai avuto la possibilità di sviluppare. Cerchiamo di liberare gli artisti dalle pressioni legate alla produzione di opere commerciali destinate al mercato. Il nostro obiettivo non è vendere, ma sperimentare. Nel caso di Lina, ha realizzato per la prima volta un video nella sua carriera: per me è stato un grande risultato che lei abbia avuto fiducia in noi e trovato la libertà di esplorare diversi media.”
L’Italia a Kaunas
Fino al 9 novembre presso la Meno Parkas Galerija è possibile vedere la mostra «Echoes Between Forests and Mountains», quale evento collaterale della 15esima Biennale di Kaunas. Il progetto si inserisce in un più ampio programma di durata biennale (2025-2026) di interscambio culturale e promozione reciproca tra Italia e Lituania dei talenti artistici dei rispettivi paesi, supportato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e dall’Istituto Italiano di Cultura di Vilnius. La mostra esplora il rapporto tra natura, mito, tecnologia e intervento umano. Le opere selezionate invitano a cercare modi alternativi di percepire, immaginare e coesistere. Tre gli artisti italiani in mostra c’è Atelier dell’Errore, con la serie «Marmottoloidi», il collettivo artistico fondato nel 2015 da giovani neuro divergenti avevano partecipato, sin dal 2002, al laboratorio di arti visive ideato da Luca Santiago Mora. Nato come progetto indipendente dal servizio sanitario pubblico, è ospitato stabilmente alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia; dal 2018 opera come cooperativa artistica e impresa sociale autogestita, che si sostiene attraverso la vendita delle opere e collaborazioni professionali; range di prezzo delle opere compreso tra 5 e 30 mila euro; Arnold Holzknecht e Ruth Beraha (lavora con Ncontemporary, Milano, le sculture in ceramica da 4 a 15 mila, l’installazione audio da 10 a 20 mila) hanno partecipato alla 9. Biennale Gherdëina curata da Lorenzo Giusti. Il progetto si concluderà nel 2026, quando tre artisti lituani saranno inclusi nella 10. Biennale Gherdëina curata da Samuel Leuenberger, che si terrà in Val Gardena dal 29 maggio al 13 settembre e vedrà esposte le opere di Aistė Ambrazevičiūtė, Maximilian Oprishka, Andrius Arutiunian, quest’ultimo sarà presente ad artissima con solo show nella sezione Present Future e una performance “ARMEN” da Associazione Barriera (da Eastcontemporary, Milano prezzi 2 mila a 50 mila)
Fonte: Il Sole 24 Ore