La Biennale di Koyo Kouoh nelle tonalità minori

La Biennale di Koyo Kouoh nelle tonalità minori

La tradizionale conferenza stampa di annuncio del tema della prossima Biennale d’Arte di Venezia, la 61ª edizione, che si svolgerà dal 9 maggio al 22 novembre 2026, è iniziata nel ricordo di Koyo Kouoh, curatrice dell’Esposizione Internazionale, scomparsa prematuramente lo scorso 10 maggio. Le prime parole e immagini della conferenza provengono da un video d’archivio, in cui la stessa Koyo Kouoh si presenta come direttrice artistica della prossima Biennale e si augura di vedere tutti a Venezia a maggio 2026. La commozione nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustiniane della responsabile dell’ufficio stampa del settore architettura e arti visive Cristiana Costanzo sono palpabili. L’appuntamento con la stampa avrebbe dovuto svolgersi il 20 maggio, ma è stato rimandato di una settimana dopo la triste notizia dell’improvvisa scomparsa.

Il progetto di Koyo Kouoh

Come in tanti già pensavano, il progetto di Koyo Kouoh per la Biennale, già ben strutturato, sarà portato avanti dal suo team e dalla Biennale. “Con il pieno sostegno della famiglia di Koyo Kouoh, la Biennale ha deciso di realizzare la sua mostra” ha affermato Costanzo. “Lo farà per preservare, valorizzare e diffondere le sue idee e il lavoro, svolto con dedizione fino all’ultimo”. Costanzo ha ripercorso le tappe della nomina fino all’attuale presentazione: “Il 17 ottobre 2024 Koyo Kouoh ha dato la sua disponibilità al Presidente Pietrangelo Buttafuoco ad assumere l’incarico; il 5 novembre è stata ufficialmente nominata dal Consiglio di amministrazione; il 3 dicembre c’è stato l’annuncio alla stampa; tra ottobre dell’anno scorso e i primi di maggio di quest’anno Koyo Kouoh ha lavorato alla definizione del testo teorico, selezionando artisti, opere, autori del catalogo, determinando l’identità grafica e l’architettura degli spazi e dialogando con gli artisti. Tutto quello che vedrete e ascolterete oggi è frutto del suo lavoro, trasmesso l’8 aprile al presidente Buttafuoco”.

In Minor Keys

Il testo filosofico è stato letto dalle voci delle figure professionali di Koyo Kouoh: le advisor Gabe Beckhurst Feijoo, Marie Helene Pereira e Rasha Salti; l’editor-in-chief Siddhartha Mitter; e l’assistente Rory Tsapayi. “In Minor Keys” è il titolo della mostra, vale a dire nelle tonalità minori. “Fai un respiro profondo”, così inizia il testo, “espira, rilassa le spalle e chiudi gli occhi. È un invito ad accogliere queste parole nelle condizioni fisiche, meteorologiche, ambientali e karmiche in cui vi incontrano, a rallentare il passo e a sintonizzarvi sulle frequenze delle tonalità minori, perché sebbene spesso siano sommerse dalla cacofonia ansiogena del caos che imperversa nel mondo, la musica continua”. Una mostra contenuta, sottovoce, ancora più commuovente alla luce della scomparsa della curatrice. Una mostra che invita ad ascoltare i segnali persistenti della terra e della vita in connessione con le frequenze dell’anima. “Se nella musica le tonalità minori sono spesso associate alla stranezza, alla malinconia e al dolore” continua il testo, “qui si manifestano anche nella loro gioia, consolazione, speranza e trascendenza. Nelle tonalità minori, suono e sensazione sono radicamento, custodiscono le cadenze, le melodie e i silenzi di mondi risonanti che si raccolgono e si fondono in un’assemblea polifonica dell’arte, unendosi e comunicando in una collettività conviviale, irradiando luce attraverso il vuoto dell’alienazione e il crepitio del conflitto.”

La Biennale di Koyo Kouoh si basa sull’idea che gli artisti siano interpreti della condizione sociale e psichica, nonché catalizzatori di nuove relazioni e possibilità. Le pratiche artistiche selezionate “aprono portali, rinnovano e nutrono, stimolano il rapporto e la relazione e promuovono l’avanzamento del concetto e della forma attraverso reti e scuole intese in modo libero e informale.” Una mostra corale, che si basa sulla condivisione e la relazione, associata alla musica jazz, che è capace di fondere metodi, scale, si basa sull’improvvisazione e sull’abilità di assecondare l’imprevedibile, per offrire allo spettatore un’esperienza sensoriale, non didattica, che rinnova invece di esaurire, per affrontare il cammino futuro. Quindi, non una litania di commenti sugli eventi mondiali, né un atto di disattenzione o di fuga dalle crisi complesse, bensì la proposta di una riconnessione radicale con l’habitat naturale e il ruolo originario dell’arte nella società, quello emotivo, visivo, sensoriale, affettivo e soggettivo. “Rifiutando lo spettacolo dell’orrore, è giunto il momento di ascoltare le tonalità minori, di sintonizzarsi sottovoce, sui sussurri e sulle frequenze più basse, di scoprire le oasi, le isole, dove si tutela la dignità di tutti gli esseri viventi. La mostra sostiene che tali cambiamenti radicali stanno avvenendo, anzi sono in atto da sempre nelle tonalità minori e gli artisti, i poeti, i performer, i filmmaker che la mostra riunirà sono profondamente impegnati nel realizzarli.”

Il messaggio di Buttafuoco

Il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha iniziato il suo intervento ricordando il momento in cui ha invitato Koyo Kouoh ad assumere l’incarico per la prossima Biennale. Lei, prima di rispondere, ha chiesto un bicchiere d’acqua e, posto il vincolo di riservatezza e di non far trapelare nulla oltre le mura di quella stanza, ha chiesto se avesse potuto comunque dirlo a sua madre. “In quella richiesta c’è il romanzo di una vita”, così Buttafuoco, “il suo essere profondamente radicata in una storia fatta di sentimenti, di pratica del bello e, quindi, pratica artistica. Nella sua assenza, la curatrice è presente per suggerire una strada, ed è una strada precisa, quella verso il futuro.”
Dopo l’omaggio a Koyo Kouoh, l’intervento di Buttafuoco si è concluso con l’annuncio di una nuova partnership con Bulgari che dal 2026 sarà exclusive partner per le prossime tre edizioni, seguito dal saluto di Matteo Morbidi, direttore Heritage e Philantropy della Maison. Main sponsor della Biennale Arte 2026 rimane illycaffè, mentre sponsor è Vela – Venezia Unica.

Fonte: Il Sole 24 Ore