La Camera Usa approva il piano «Build Back Better» da quasi duemila miliardi

Build Back Better, il piano da quasi duemila miliardi di dollari che contiene le grandi priorità sociali e ambientali dell’amministrazione di Joe Biden, è stato approvato dalla Camera dopo mesi di dure polemiche e negoziati. Prima di poter diventare legge dovrà adesso essere considerato dal Senato, dove sono attese modifiche che dovrebbero imporre un nuovo passaggio tra i deputati e ritardare un varo definitivo di alcune settimane.

230 contro 213

Il voto alla Camera sul maxi-pacchetto da 1.850 miliardi, nel segno delle controversie e dell’intenso dibattito scatenato dall’ambiziosa legislazione, è stato strettamente di partito, con 220 deputati a favore, tutti democratici, e 213 contrari, l’opposizione repubblicana compatta e un dissidente della maggioranza, il deputato del Maine Jared Golden. E’ arrivato solo al termine di una maratona in aula: il capogruppo conservatore Kevin McCarthy ha parlato nella sera e nella notte di giovedì per oltre otto ore e mezza, un record, facendo slittare l’approvazione alla giornata di venerdì. Nel suo intervento ha denunciato il piano come foriero di una “bancarotta”, come “la più pericolosa e irresponsabile spesa nella storia del Paese”. I democratici hanno invece invocato una riforma “trasformativa” per un futuro più equo e sostenibile, il più importante intervento federale sul welfare in 50 anni – dall’era della Grest Society di Lyndon Johnson – e il maggiore di sempre sul clima.

Il giudizio decisivo del Cbo: il deficit salirà ma di poco

A sbloccare le ultime resistenze, anche tra alcuni democratici moderati, è stato il giudizio del Congressional Budget Office (Cbo), l’ufficio studi non partitico del Parlamento, sull’impatto sui conti pubblici: ha trovato che, una volta sommate spesa, aumenti delle imposte e risparmi, aggravi solo minimamente il deficit, di complessivi 160 miliardi in un decennio. Per l’esattezza di 367 miliardi, che si riducono a 160 con la cattura di revenue da evasori e elusori. La Casa Bianca è ancora più ottimista nelle sue valutazioni: prevede che ridurrà alla fine il passivo di oltre cento miliardi. Nel 2017 l’allora maggioranza repubblicana, hanno sottolineato i democratici, varò un grande piano economico di tagli delle imposte nonostante calcoli del Cbo che prevedevano un aggravio del deficit di ben 1.500 miliardi.

Ambiente e welfare

Build Back Better contiene anzitutto 550 miliardi in misure ambientali e sul cambiamento climatico, l’investimento più ingente mai effettuato dal governo federale contro l’effetto serra. Tra i capitoli principali ci sono aiuti al settore energetico per una transizione e a fonti rinnovabili e incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e la creazione di una rete di stazioni di ricarica. Nei servizi essenziali fondi vengono inoltre stanziarti per il risanamento degli acquedotti.Su fronte sociale fa scattare un rafforzamento della sanità, da aumenti dei sussidi per l’acquisto di polizze sanitarie al potere del governo di negoziare sui prezzi di farmaci coperti dal programma per gli anziani Medicare. Per le famiglie introduce quattro settimane di congedo pagato dal lavoro per ragioni mediche o familiari, crediti d’imposta per i figli a carico, asilo nido gratuito per tutti i bambini di tre e quattro anni a altri aiuti ai genitori per coprire i costi di assistenza all’infanzia, significativa spesa a favore di case popolari. L’insieme dei provvedimenti promette di ridurre significativamente il numero di americani che vive in povertà.

Tasse e risparmi per finanziarlo

Per reperire le risorse nessun aumento generalizzato delle tasse: scatta piuttosto una minimum tax del 15% sulle grandi imprese che riportano oltre un miliardo di dollari di utili annuali agli azionisti – una misura che dovrebbe riguardare 70 colossi da Amazon a FedEx e Verizon stando a una analisi della senatrice progressista Elizabeth Warren. Prescritti inoltre aumenti delle imposte sui contribuenti più ricchi, una sovrattassa del 5% su chi vanta oltre 10 milioni di reddito l’anno, maggiorata ulteriormente del 3% sopra i 25 milioni. Entra in vigore una tassa dell’1% sui buyback azionari delle imprese. Giri di vite del fisco nella caccia agli evasori genereranno entrate, anche se l’amministrazione le stima in 480 miliardi in dieci anni e il Cbo in 207 miliardi – la principale divergenza tra le due analisi sul piano.

Fonte: Il Sole 24 Ore