
La Cassazione: sui Cpr non va aggirata la Consulta
Questa volta l’intervento dell’esecrato Massimario della Cassazione non potrà che piacere al Governo, in particolare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Se pochi giorni fa la Relazione sul decreto sicurezza si era attirata critiche e polemiche per i contenuti fortemente critici, adesso il nuovo documento dei giudici della Corte fa i conti con le conseguenze della recentissima sentenza della Corte costituzionale sui Cpr.
La Consulta da una parte ha sottolineato con forza la necessità di un intervento del legislatore per disciplinare con una norma primaria tempi e modi del trattenimento dei migranti nei Centri, dall’altra ha però considerato inammissibili le questioni sollevate ritenendo di non potere intervenire direttamente per colmare il vuoto che un verdetto di incostituzionalità avrebbe prodotto.
Sentenza di inammissibilità
Una pronuncia complessa che la Relazione qualifica come di «incostituzionalità accertata, ma non dichiarata», che alcune delle prime applicazioni da parte delle Corti d’appello (Roma, Genova, Sassari) hanno utilizzato per corroborare la mancata convalida dei provvedimenti di trattenimento. Una conclusione che, per il Massimario, è ingiustificata. I giudici di merito hanno cioè valorizzato quella parte della sentenza della Consulta critica nei confronti dell’assenza di una disciplina di rango primario, assolutamente necessaria per fondare una così grave restrizione della libertà personale come la misura del trattenimento.
Però in questo modo si fraintende la conclusione della sentenza, che è stata di inammissibilità e non di illegittimità. «L’approccio sopra esposto, sottolineano i giudici del Massimario, pur dettato dall’attenzione rivolta al rispetto dei diritti fondamentali la cui tutela il giudice è chiamato a garantire, presenta alcuni innegabili profili di criticità». Infatti, «seguendo l’impostazione assunta dalle Corti d’appello, si finirebbe per svilire la scelta della Corte costituzionale, negando valore al tipo di pronuncia adottata di “illegittimità accertata ma non dichiarata”».
Intervento del legislatore
La Consulta, ricorda la Relazione del Massimario, ha fatto una scelta dettata dal rispetto della discrezionalità del legislatore, accertata l’impossibilità di disciplinare con un sufficiente grado di specificità i modi del trattenimento dello straniero presso il Cpr. Una decisione caratterizzata, quindi, da uno spirito di leale e dialettica collaborazione istituzionale.
Fonte: Il Sole 24 Ore