
La cataratta prima causa di riduzione della vista. Solo la chirurgia la risolve?
La cataratta è la principale causa di ipovisione e cecità nel mondo, ma è anche una delle malattie oculari più curabili grazie a un intervento chirurgico semplice e sicuro. Ogni anno, il 9 ottobre, la Giornata mondiale della vista (World Sight Day) richiama l’attenzione su questa patologia così diffusa, soprattutto tra gli anziani. Recentemente si è diffusa la notizia di uno studio che ha testato una proteina capace di far scomparire la cataratta. Si è notato che il cristallino degli occhi di una specie di scoiattoli subisce una cataratta durante il letargo; questo fenomeno è però reversibile, e i roditori riacquistano la piena funzionalità degli occhi quando le temperature aumentano. Lo scopo dello studio era cercare un’alternativa alla chirurgia replicabile nell’uomo, ma al momento siamo lontani da questo risultato. L’intervento chirurgico resta dunque l’unico modo efficace e sicuro per guarire dalla cataratta.
Cos’è la cataratta e quali sono i sintomi
La cataratta è una malattia che colpisce il cristallino, la parte dell’occhio che funziona da lente: mette a fuoco ciò che vediamo e lascia passare la luce necessaria per una visione chiara. Quando un occhio o entrambi sono colpiti da cataratta, sul cristallino si forma una sorta di velo, causato da un accumulo di proteine. La pupilla diventa opaca e la vista inizia progressivamente a offuscarsi. La caratteristica di questa malattia, infatti, è che peggiora nel tempo. La cataratta è la prima causa di cecità, nonostante la progressione dei danni sia lenta e facile da individuare. I sintomi sono: vista ridotta, annebbiata o disturbata da macchie e ombre scure; difficoltà a vedere quando c’è poca luce; difficoltà a distinguere i colori; sensazione di abbagli o aloni in presenza di fonti di luce forte, come i fari delle auto o le insegne; cambiamenti di colore della pupilla che può diventare giallastra, grigia o, nei casi più gravi e avanzati, bianca (leucocoria).
Perché si sviluppa e chi è più a rischio?
Esistono più forme di cataratta, con cause diverse. La più comune è la senile: colpisce circa la metà delle persone oltre i 65 anni di età. L’età avanzata è quindi il principale fattore di rischio. Quando questa malattia si presenta già alla nascita o nell’infanzia si tratta di cataratta congenita, quindi la causa è genetica. Esistono poi una forma traumatica, conseguenza di lesioni oculari, e una secondaria, che può insorgere dopo l’uso prolungato di farmaci, soprattutto cortisonici. Altri fattori di rischio sono il fumo, il diabete, un’alimentazione scorretta, l’eccessiva esposizione a raggi UV (sole) o raggi X. E, infine, la familiarità: se genitori o nonni ne hanno sofferto, le probabilità di esserne colpiti aumentano. Non è vero, invece, che la cataratta sia causata dall’affaticamento prolungato degli occhi o che sia contagiosa.
Ma tutte le cataratte sono curabili?
Sì, a differenza di altre patologie oculari che possono portare alla perdita definitiva della vista, la cataratta si può eliminare. E il metodo più efficace è la chirurgia. Una volta diagnosticata con una visita oculistica, è importante stabilire i tempi giusti per l’intervento; operare precocemente, infatti, permette di evitare danni permanenti. Generalmente si raccomanda di intervenire quando l’offuscamento, anche se lieve, compromette già le attività quotidiane, come leggere e guidare.
Esistono rimedi per evitare o posticipare l’intervento chirurgico?
Al momento non è stata provata l’efficacia di integratori (né di principi attivi naturali o chimici) per prevenire, rallentare o curare la cataratta. Come sempre, è meglio diffidare degli integratori: si tratta di prodotti alimentari, non sono medicinali, perciò raramente sono utili. Come detto, non esistono al momento neppure farmaci efficaci. La strategia migliore per controllare la salute degli occhi, non solo in riferimento alla cataratta, è sottoporsi a regolari visite oculistiche e adottare uno stile di vita sano: non fumare, proteggere gli occhi dalle radiazioni solari. Seguire un’alimentazione equilibrata non cambia il decorso della malattia ma è una buona idea. Si raccomandano frutta e verdura, in particolare agrumi e vegetali con foglie verdi, e la riduzione di alcol, caffè, zuccheri, sale; fanno bene anche gli acidi omega-3 contenuti nel pesce e nei semi. È importante restare sempre ben idratati.
Fonte: Il Sole 24 Ore