La coperta corta del prossimo bilancio europeo: quale ruolo per la coesione e per le regioni italiane?
Nella quasi assenza di un dibattito pubblico, di una discussione articolata e approfondita sul tema della riforma delle politiche di coesione europea, presso l’Issirfa del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito del progetto Cohesion shapes the future coordinato da Il Sole 24 Ore, si è svolto su questo tema un incontro di alto livello tra i rappresentanti della Commissione Europea, delle Regioni e della comunità scientifica.
La proposta presentata dalla Commissione sul prossimo bilancio europeo, che coprirà il periodo 2028-2034 con 2mila miliardi di euro (pari all’1,26% del PIL europeo), impatterà sulle condizioni materiali della vita di milioni di cittadini europei e migliaia di imprese. In quanto tema politico, prima ancora che tecnico, occorre che se ne parli pubblicamente.
La proposta prevede cambiamenti rilevanti, in particolar modo l’accorpamento dei fondi per la politica di coesione con quelli per la politica agricola, un cambio di governance che aumenta in maniera rilevante il ruolo della Commissione e degli Stati Nazionali rispetto alle Regioni nelle scelte strategiche e nell’attuazione delle politiche, e il passaggio a un sistema di controlli che guardi ai risultati, come nel modello del PNRR, invece che alle spese rendicontate.
La riforma della politica di coesione è diretta conseguenza delle grandi trasformazioni che il mondo e l’Europa stanno attraversando. Viviamo, infatti, da qualche anno in un contesto che è stato definito di poli-crisi o di perma-crisi che, come più volte ribadito da Mario Draghi, determinano sfide che non possono essere affrontate dai singoli paesi ma che richiedono risposte collettive e risorse straordinarie.
La necessità di affrontare sfide epocali legate alla competitività, alla sovranità tecnologica, alle dipendenze strategiche e alla sicurezza dei confini europei, in un contesto in cui, per le diverse ritrosie dei paesi membri, le risorse sono date, hanno influenzato gli indirizzi di riforma prospettati dalla Commissione.
Fonte: Il Sole 24 Ore